Il ritiro della memoria difensiva presentato dall’avvocatura dello Stato, un incontro con la ministra della difesa Elisabetta Trenta e parole chiare sulla contrarietà al Muos da parte del vicepremier Luigi Di Maio. Sono le promesse che Giampiero Trizzino, deputato pentastellato all’Ars, consegna alla trasmissione Obiettivo Radio1, per sedare i dubbi attorno alle promesse elettorali del M5s, dopo la conferma della costruzione del Tap in Puglia e le incertezze sulla Tav a Torino. In Sicilia, infatti, da giorni il movimento di Grillo sta subendo un pressing asfissiante da parte dei comitati No Muos.
«Siamo soddisfatti a metà per il ritiro della memoria difensiva – dice l’attivista No Muos Fabio D’Alessandro -. L’atto tecnico-giuridico non ci fa stare in una botte di ferro. Noi vogliamo atti politici precisi, non una delega al versante giudiziario che rischia solo di prendere tempo». La richiesta dunque è sempre una: lo smantellamento del Muos e della base militare americana di Niscemi. «L’obiettivo resta quello anche per noi – ha rassicurato Trizzino – noi ci proviamo. La memoria della ministra Trenta è per noi un atto già passato. C’è stata certamente una disattenzione. L’atto politico restano le mie parole e quelle prossime del vicepremier».
Ma in attesa di un intervento del capo politico del M5s, restano le frizioni. In un comunicato gli attivisti avevano recentemente contestato l’atto con il quale l’avvocatura dello Stato «ha nuovamente chiesto il rigetto delle nostre domande che mirano a far dichiarare il Muos illegittimo». Si tratta dell’udienza al consiglio di giustizia amministrativa, prevista per il 14 novembre, nel procedimento che chiede l’annullamento delle autorizzazioni ambientali per violazione del vincolo di inedificabilità imposto dal regolamento della riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi. Una presa di posizione, quella espressa dal ministero della Difesa retto dalla pentastellata Elisabetta Trenta, che in sostanza difende l’opera militare, che aveva suscitato malumori anche all’interno dello stesso M5s siciliano. Con lo stesso Trizzino che aveva subito chiesto chiarimenti ai vertici del Movimento.
«Una vicenda complicata e complessa», come l’ha definita la stessa Rai, che va avanti dal 2006 – l’anno in cui furono rilasciate le autorizzazioni per l’installazione dell’impianto satellitare militare, di proprietà della Marina militare Usa, all’interno della base NRTF di Niscemi. Nello specifico il Muos, nonostante l’opposizione della popolazione, è attivo dal 2016 e occupa un’estensione di oltre un milione di metri quadrati. Un’area che, secondo gli attivisti, è stata sottratta appunto alla riserva naturale della Sughereta. «Appena dieci anni fa tutti erano contrari al Muos, da Casapound a Rifondazione comunista – ha ricordato D’Alessandro -.Tutti i governi invece hanno sempre difeso l’opera. I cinquestelle poi hanno fatto più dietrofront, non c’è solo quest’ultimo legato alla memoria difensiva presso il Cga. A questo punto noi ci chiediamo: chi decide dentro il M5s? Perché questa brusca retromarcia?».
Per il primo cittadino niscemese Massimiliano Conti si tratta di «una battaglia di civiltà e non politica». Che ha poi ricordato l’annuncio di novità sul Muos da parte di Di Maio, in occasione della sua recente visita in Sicilia. «Abbiamo accolto con piacere le sue parole, anche se generiche – ha dichiarato Conti -. Ricordo in ogni caso che anche il ministro dell’Ambiente è appartenente al M5s. Quello del Muos è un pasticciaccio giuridico: nei vari procedimenti il Comune si trova contro lo Stato, a volte contro la Regione e a volte a fianco. Per questo ho proposto una commissione ad hoc che veda allo stesso tavolo tutte le istituzioni coinvolte e gli attivisti. Da quando mi sono insediato ho chiesto dati certi all’Arpa, le centraline sono assolutamente insufficienti».
Messo all’angolo, Trizzino ha provato a smarcarsi. «L’incontro con la ministra Trenta sarà un briefing per spiegare la nostra posizione a livello regionale – ha spiegato -. Noi rimaniamo contrari al Muos. Questi sono temi attuali e che stanno nel nostro programma, ancora di più ora che siamo al governo. Sono nostri cavalli di battaglia, me ne andrei dal M5s domani se non lo fossero più. Quando fui candidato come assessore all’Ambiente sul tema abbiamo proposto un dialogo con l’Europa, anche fuori dalle istituzioni nazionali».
Il coinvolgimento delle istituzioni europee tuttavia al momento pare pura utopia, visti i rapporti non certo idilliaci in merito alla manovra finanziaria. Mentre resta, a livello politico, un avvicinamento netto in questi mesi del governo nazionale al presidente Usa Donald Trump. Lo stesso Giancarlo Cancelleri, ex candidato alla Regione per il M5s, è in questi giorni negli Usa per seguire le elezioni di medio termine. Posizioni che al momento non sembrano turbare più di tanto D’Alessando. «Come vogliano smantellare il Muos è affar loro – dice -. Che si rivolgano all’Unione europea o alla Nato, agli Usa o all’Unesco, a me poco importa. Certo è che non possono celarsi dietro i tecnicismi. Ci vogliono azioni politiche decise. E allora si potrebbe parlare dello smantellamento dell’intera base e non solo del Muos».
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