La Procura di Catania e quella di Caltagirone hanno deciso di opporsi alla decisione del Tribunale del Riesame che lo scorso 5 agosto - basandosi soprattutto sulla sentenza del Cga che aveva dichiarato non nocive le onde elettromagnetiche - ha restituito alla Marina statunitense l'impianto di telecomunicazioni
Muos, Procura presenta ricorso contro dissequestro Parabole dopo 16 mesi nella disponibilità degli Usa
La Procura di Catania e quella di Caltagirone hanno presentato due distinti ricorsi contro il dissequestro del Muos, deciso lo scorso 5 agosto dal Tribunale del Riesame della città etnea. Non finisce dunque la vicenda giudiziaria dell’impianto militare di telecomunicazioni degli Stati Uniti, installato nella base di Niscemi.
Il Riesame, poco meno di due mesi fa, aveva stabilito che le parabole tornassero, dopo 16 mesi, nella piena disponibilità del governo Usa. Una decisione basata sulla sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che a maggio ha sancito l’assenza di rischi per la salute dell’uomo derivanti dai campi elettromagnetici. La valutazione del Cga era arrivata a seguito delle contestatissime misurazioni sul campo, effettuate da un collegio di verificatori dopo aver acceso per la prima volta il Muos. Verifiche contestate dagli attivisti perché basate su parametri forniti dagli Usa. Ancora prima, nella sentenza parziale del settembre 2015, il Cga aveva invece preso in esame l’iter autorizzativo, annullando le revoche del 2013 con cui la Regione Sicilia ritirava le autorizzazioni date nel 2011.
Il Tribunale del Riesame, nel motivare il dissequestro, si è affidato proprio alle conclusioni del Cga. «La complessa istruttoria del giudice amministrativo – si legge nell’ultima delibera -, anche tenuto conto delle deduzioni degli oppositori dell’impianto e alla luce del principio di precauzione, ha consentito di accertare la legittimità non solo formale ma anche sostanziale delle autorizzazioni paesaggistiche del 2011, che escludono per conseguenza il contestato abuso». Adesso le due Procure chiedono di annullare questa decisione.