«Immagina di passare da un walkie-talkie a un moderno cellulare con portata globale. Questo è ciò che il Muos è per le nostre truppe». L’annuncio quasi pubblicitario arriva da Kay Sears, il vicepresidente di Lockheed Martin, la società statunitense che ha progettato i satelliti del Muos, il sistema di comunicazione che a terra ha una delle quattro stazioni nella riserva naturale di Niscemi.
Le parabole da anni al centro delle proteste degli attivisti che ne hanno denunciato la potenziale pericolosità per la salute, oltre che l’utilizzo in scenari di guerra, adesso potranno operare al servizio della marina militare statunitense. «Una nuova rete cellulare progettata per rivoluzionare le comunicazioni sicure è ora pronta per il pieno utilizzo operativo negli ambienti di guerra», si legge in una nota della società, che sottolinea come l’ok sia arrivato dopo un ulteriore test – in gergo Mot&E – che si è svolto in estate. Il Muos si baserà su cinque satelliti – «come torri cellulari a 22mila miglia sopra la Terra» – punta a incrementare esponenzialmente il livello di comunicazione tra i militari, nell’ottica di garantire alle forze americane vantaggi operativi praticamente in tutto il pianeta.
A dare la notizia è stato anche il movimento No Muos, che in questi anni si è battuto, anche in sede legale, contro le parabole costruite nel centro del Nisseno. Lavori realizzati in un’area in cui dovrebbe vigere il vincolo di inedificabilità assoluta.
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