Muos, al Cga resta la memoria dell’Avvocatura «Salvini e Di Maio sono favorevoli alle parabole»

È durata appena trenta minuti l’udienza prevista oggi al Cga di Palermo che nei prossimi giorni dovrà esprimersi sul ricorso di Legambiente con il quale ha chiesto l’annullamento delle autorizzazioni ambientali legate alla realizzazione del Muos, l’impianto satellitare di comunicazioni militari. Si contesta la violazione del vincolo di inedificabilità imposto dal regolamento della riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi

Edoardo Nigra, difensore del Comune di Niscemi, ha domandato alla presidente del Collegio del Cga Rosanna De Nictolis se risultava agli atti il ritiro della memoria difensiva del ministero della Difesa: «Quello che vedete voi vedo io – ha detto De Nictolis – e rilevo la non presenza dell’Avvocatura di Stato». Il ritiro della memoria con cui l’Avvocatura sostanzialmente difende la bontà del Muos era stato uno degli impegni presi dal Movimento 5 stelle regionale, per voce di Gianpiero Trizzino, prima dell’incontro con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, pure lei pentastellata. Dopo il confronto con la ministra, invece, i Cinque stelle hanno parlato solo dell’assenza dell’Avvocatura all’udienza di oggi.

In realtà, in una lettera che porta la data del 26 ottobre 2018, il ministero della Difesa scrive all’avvocatura dello Stato chiedendo «ove normativamente previsto, di recedere dalla posizione processuale precedentemente assunta (anche ed eventualmente ritirando le memorie già depositate da codesta Avvocatura)». A questa lettera però l’Avvocatura avrebbe risposto che la revoca della memoria sarebbe stata tecnicamente impossibile. «Questo – sostengono fonti del Movimento 5 stelle – dimostra che la volontà politica di cambiare indirizzo è chiara».

Per gli attivisti, invece, il Cga ha di fatto smentito il M5s: «L’operazione dei Cinque stelle – afferma Antonio Rampolla, del comitato di base No Muos Palermo – tendeva solamente a delegittimare l’azione politica del movimento No Muos che rilancia la lotta e indice per l’8 dicembre una manifestazione nazionale a Niscemi, all’interno delle mobilitazioni nazionali del movimento No Tav e No Tap». 

«Da oggi è una certezza – attacca il deputato regionale Claudio Fava il governo Salvini-Di Maio è favorevole al Muos in Sicilia. All’udienza l’avvocatura dello Stato non si è presentata lasciando depositata la memoria con cui ci si oppone alle richieste avanzate dai Comitati. E smentendo – cosa che è più grave – gli annunci fatti dal vicepremier Di Maio nei giorni scorsi. Tra l’obbedienza dovuta ai capi romani dei propri partiti e la coerenza dovuta ai siciliani, vedremo cosa prevarrà quando in Ars si voterà l’ordine del giorno che abbiamo presentato: ovvero il nostro no forte e convinto al Muos di Niscemi. E vedremo se Musumeci-presidente e il Musumeci-candidato alla presidenza la pensano allo stesso modo».

Erano presenti Nadia Furnari, associazione antimafie Rita Atria, l’ex senatore Campanella, il sindaco di Niscemi, gli attivisti No Muos, Concetta Gualato di No Muos Sicilia, le mamme No Muos. Tra i ricorrenti erano presenti Legambiente, Comune di Gela, Comune di Vittoria, Comune di Niscemi, Coordinamento dei comitati No Muos e l’associazione No Muos Sicilia. Nicola Giudice, legale di Legambiente, durante l’udienza ha ricordato come il Cga «non abbia tenuto contro dell’esistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta che esiste dal 2009 nella riserva protetta di Niscemi». Dionisio Nastasi, difensore del Comune di Gela, ha ribadito che «il collegio non ha tenuto in considerazione gli effetti dannosi per il territorio gelese del sistema di comunicazione militare. Eppure non c’è uno studio che escluda che l’impianto possa provocare ulteriori danni nelle aree concomitanti all’impianto. Non ha tenuto conto del principio di precauzione, inoltre mancano dati certi». L’avvocato del Coordinamento dei comitati No Muos Sebastiano Papandrea ha ripercorso l’iter che ha portato alle autorizzazioni dell’opera, ricordando che «si basano sul parere dei docenti dell’Università di Palermo che, come dichiarato dagli stessi alla commissione Ambiente e territorio, non era uno studio tecnico ma un parere sulla normativa di sicurezza».


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