Movida, paghi 15 euro e bevi 110 mojito «Questa si chiama istigazione all’alcolismo»

Vi racconto questa storia che ha dell’incredibile e che vi fa capire quanto sia degenerata la cosiddetta movida catanese. Premetto che chi vi parla non è un bigotto, d’altronde con il nome che mi porto dietro non potrei mai esserlo. Adesso sono più casalingo, ma nel periodo universitario e post universitario sono stato un assiduo frequentatore delle serate della notte catanese.

Mi trovavo in viale Libertà e mi sento chiamare da un’amica che si trova nel locale dopo Piazza Iolanda. Mi avvicino ed incomincio a scambiare due chiacchiere. Dopo un po’ mi invita a sedermi e mi dice: «Se vuoi ti offro un mojto, tanto ne posso consumare 110!». Io mi sono messo a ridere perché convinto che scherzasse. Ma invece non scherzava. Paghi 15 euro ed hai diritto a 110 mojto! Con tanto di braccialetto ai polsi per il riconoscimento… Erano in tre e quindi potevano consumare ben 330 MOJTO! Un drink super alcolico. Alla faccia del palloncino e della guida in stato di ebbrezza.

Questi Mojto sono di diverso tipo visto che il barman si vantava dei suoi super viaggi. E prima ha preparato un mojto al rum e poi un mojto al vino. Sì, al vino. Una schifezza incredibile. Il risultato? Che i tavoli erano pieni di drink non consumati e da buttare, tanto ne posso bere 110. Evviva lo spreco! Appena mi hanno portato il drink, inizio a bere e subito il cameriere si avvicina e mi dice: «Lei non ha il braccialetto, non può consumare». Ed io: «Non posso nemmeno assaggiare il drink?». E lui: «Certo, basta che non lo consuma tutto». 110 mojto anche io. Istigazione all’alcolismo.

Ma non è finita qui. La ciliegina sulla torta è nel buffet. Il buffet consisteva in una serie di stuzzichini preparati in un piatto e da consumarsi con una forchettina in piedi, condividendo questo piatto con gli altri. Evviva l’igiene! E quando ci siamo azzardati a chiedere un piatto la risposta è stata: «E che siamo alla mensa dei poveri?». Non sto scherzando. Ha detto questo. Questa è una delle storie di ordinaria movida catanese di una comune sera estiva in locali che offrono strade piene di macchine e di smog come bigliettino da visita. Non vi racconto del sabato sera a Catania, che Salvo, un gestore di un locale molto serio (ci sono anche questi in centro), Satania.

Vai al blog di Pulviscolo, Impatto Zero.

[Foto di Catania]


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Metti una sera in giro per locali, nella zona di piazza Iolanda. «Incontro un amica che mi dice: "Se vuoi ti offro un mojto, tanto ne posso consumare 110". Non stava scherzando». Il racconto è del nostro blogger ecologico Danilo Pulvirenti, in arte Pulviscolo, che sottolinea «l'enorme spreco e la degenerazione della movida catanese». Per non parlare del sabato sera che Salvo, gestore di un locale, preferisce chiamare Satania. Riprendiamo il post dal blog Impatto zero

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