Tabulati telefonici, messaggi e social network: dal loro incrocio potrebbe emergere il movente del duplice omicidio di Riposto e del suicidio dell’ergastolano Turi La Motta. Su questi aspetti, infatti, stanno indagando gli investigatori. E alcuni primi elementi sarebbero già venuti fuori: primo tra tutti, il fatto che i tre si conoscevano tra loro. In particolare, La Motta avrebbe avuto una relazione con la 48enne Melina Marino, che ha ucciso sul lungomare Pantano della cittadina ionica in provincia di Catania. Dai profili social della donna – non sposata e madre di due figli – emerge un forte legame con un fratello detenuto. In un video su postato su Tik Tok un anno fa, la donna attacca un uomo definendolo un «traditore». Stando a quanto ricostruito finora, la seconda donna uccisa – la 50enne Santa Castorina – anche lei con un colpo di pistola al volto sul marciapiede della centralissima via Roma, potrebbe essere stata vista in qualche modo come una persona che avrebbe ostacolato la relazione.
Ricostruzioni che, al momento, restano solo ipotesi. Maggiori chiarimenti sulla dinamica potrebbero arrivare dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza delle zone interessate. Alcuni video – quelli del primo delitto avvenuto vicino a un’area di servizio – sono già stati sequestrati e sono al vaglio degli inquirenti, altri sono in fase di essere acquisiti. Nelle immagini si vede Melina Marino a bordo della propria auto parcheggiata lungo la strada e l’omicida – che era detenuto nel carcere di Augusta all’ergastolo, ma era all’ultimo dei sette giorni di permesso premio per buona condotta – che, dopo essere sceso dal veicolo guidato da un’altra persona, raggiunge velocemente la donna che sedeva sul lato guidatore, apre la portiera lato passeggero e sporgendosi nell’abitacolo fa fuoco, colpendola mortalmente alla testa. L’auto con cui l’assassino arriva e poi va via è la Volkswagen Golf nera di Luciano Valvo, il 55enne, fermato ieri sera per concorso in omicidio, mentre stava abbandonando la propria abitazione. Nel corso dell’interrogatorio davanti al sostituto procuratore, il 55enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto all’ispettorato generale di avviare urgenti accertamenti preliminari su quanto accaduto.
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