Dopo la morte di Vanessa Zappalà, nel Comune amministrato dalla Lega si è deciso di ricordare le donne uccise da familiari ed ex compagni. Con una frase che però tradisce una scelta più di propaganda elettorale che di reale sensibilizzazione
Motta S. Anastasia e la targa per le vittime di femminicidio Polemica per la frase e nomi dei consiglieri di maggioranza
Un vero e proprio polverone. È quello sollevato a Motta Sant’Anastasia. Nel Comune amministrato dal sindaco e vice segretario regionale della Lega Anastasio Carrà, l’eco della morte di Vanessa Zappalà – la 26enne di Trecastagni uccisa dall’ex compagno, poi ritrovato impiccato – sembra aver ispirato l’amministrazione locale, che ha deciso di installare una targa in una panchina già colorata in passato di rosso dai bambini delle scuole per ricordare le vittime di femminicidio. Iniziativa che però non è piaciuta ai più, che rimproverano ai consiglieri di maggioranza un certo protagonismo venato da un maschilismo neanche troppo nascosto.
Prima incriminata è la scritta sulla targa: «Il valore di un uomo lo vedi nel sorriso della donna che ha accanto». Sotto la frase, la lista dei nomi dei consiglieri della maggioranza a guida Carroccio. Sui social, cittadini e colleghi di opposizione si sono scatenati, chiedendo la rimozione della targa. Autocelebrarsi con i propri nomi è sembrato, oltre che poco elegante, davvero troppo elettorale.
Ma a indignare è stato soprattutto il tono paternalistico della scritta, che definisce la donna e la sua realizzazione in funzione dei comportamenti e delle attenzioni dell’uomo. Un concetto culturalmente non distante dal brodo machista di cui tanto si discute in questi giorni e che si vorrebbe combattere per porre freno al fenomeno dei femminicidi.