I cittadini hanno bloccato diversi autocompattatori della struttura di proprietà della Oikos. La protesta è scattata dopo la decisione della Regione di portare i rifiuti destinati all'impianto di Mazzarà Sant'Andrea in quello in contrada Valanghe d'inverno. Lunedì nuovo appuntamento a Palermo per decidere le sorti del sito di smaltimento
Motta, presidio dei No discarica sotto la pioggia Convocata una nuova conferenza dei servizi
«L’acqua non ci ferma!». C’è un quadrivio che unisce le strade per Catania, Motta Sant’Anastasia, Misterbianco e via Verdi. Alla fine di quest’ultima, si trova uno dei siti emergenziali più grandi di tutta la Sicilia gestito dalla Oikos spa. Una discarica che dovrebbe essere chiusa, il cui proprietario Domenico Proto è agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta Terra mia, ma che accoglie i rifiuti provenienti da Comuni del Messinese, del Ragusano, dell’Ennese con il beneplacito della Regione. «L’acqua non ci ferma!», urla ridendo una donna. Brandisce un ombrello e sorregge uno striscione che blocca l’acceso agli autocompattatori diretti verso l’impianto di contrada Valanghe d’inverno.
A fermare i camion carichi di immondizia nella mattinata sono una cinquantina di cittadini mottesi e misterbianchesi che hanno sfidato gli ultimi strascichi del ciclone che si è abbattuto sulla Sicilia. Il presidio è stato annunciato dopo l’autorizzazione regionale che permette il conferimento dei rifiuti dell’impianto di Mazzarà Sant’Andrea a Motta. La discarica messinese è stata sequestrata su disposizione della procura di Barcellona Pozzo di Gotto.
La vicenda dei due impianti è molto simile, ma le strade che percorrono in questi giorni è totalmente diversa. Per questo motivo i residenti, riuniti nei comitati No discarica, si sono dati appuntamento per la manifestazione. Bloccati una decina di mezzi diretti alla Oikos, molti dei quali provenienti da Comuni lontani. «Noi abbiamo due ore di viaggio davanti! Ci fate passare?», urla un conducente. I primi a essere fermati sono alcuni operai provenienti da Caltagirone. Due di loro scendono dal camion e si avvicinano ai manifestanti. «La causa è giusta e bisogna lottare», riconosce il più anziano di loro. «Quel è u problema? – chiede retoricamente il collega – È business». Qualche altro lavoratore non è altrettanto solidale e si sfoga contro i cittadini. «Noi stiamo lavorando – afferma – La vostra protesta è ridicola, siete ridicoli».
Il presidio dura oltre un’ora. In strada si raccolgono i ragazzi a casa per l’emergenza maltempo, le mamme con gli ombrelli definiti «formato-famiglia», gli scout. Gli uomini e le donne che si riparano dal pioggia stringendosi dietro lo striscione con su scritto «No discarica». I tempi sono stretti, occorre fare sentire la voce dei comitati è la parola d’ordine. Per lunedì, a Palermo, è convocata un’altra conferenza dei servizi che raccoglierà i pareri dei sindaci dei due Comuni coinvolti e degli altri enti competenti. Oggetto: «Progetto di chiusura della discarica della ditta Oikos». L’ultimo tavolo, convocato lo scorso luglio, ha visto il primo cittadino mottese Anastasio Carrà dare parere positivo alla conferma delle autorizzazioni al conferimento. Nel frattempo i magistrati palermitani hanno messo in luce – con tanto di intercettazioni telefoniche – un sistema di presunte collusioni tra un dirigente regionale e i proprietari delle discariche private siciliane e, anche a causa di questo, il ritiro dei permessi. Ma da Palermo è giunta anche la conferma delle autorizzazioni fino a gennaio e il conferimento della spazzatura raccolta nel Messinese. E il dirigente che aveva bloccato i permessi alla famiglia Proto è stato spostato di incarico. Difficile, dunque, fare una previsione su come si evolverà la discussione.