Motorizzazione, vetri rotti e lunga miccia infiammabile Dirigente: «Non ho idea dei motivi, ma escludo il furto»

Una violenta intrusione negli uffici provinciali della motorizzazione di Catania, nella sede operativa della Zona industriale a Pantano d’Arci, è avvenuta all’alba di oggi. Nella zona utilizzata per la revisione dei veicoli è stata ritrovata una miccia lunga una ventina di metri con una corda imbevuta di un liquido infiammabile bruciata quasi del tutto. «I cancelli scorrevoli dell’ingresso non sono stati manomessi – racconta a MeridioNews Marco Anfuso, dirigente ad interim della motorizzazione, allertato questa mattina dai dipendenti giunti sul posto intorno alle 7 – Ma durante l’effrazione sono state sfondate le porte con i vetri blindati e anche la porta è stata forzata. Quando i lavoratori sono arrivati hanno spento una parte dell’innesco che era ancora fumante». 

Da una prima stima dei danni, all’interno degli uffici mancherebbe un computer e alcune attrezzature specifiche utilizzate per le verifiche tecniche sui veicoli. L’inventario completo sarà fatto nelle prossime ore. Al momento sul posto la polizia scientifica sta effettuando tutti i rilievi del caso di quello avere i contorni di un attentato. «Non ho cognizione di chi possa avere interessi in questo tipo di attività tanto da arrivare a un gesto così che non sembra strettamente legato a rubare qualcosa. Episodi di furti e atti di vandalismo erano già successi in passato ma non accadeva da un po’. Adesso – dice il dirigente – non sono in grado di avere idee sulle motivazioni».

A esprimere solidarietà ai dipendenti della motorizzazione di Catania è stato l’assessore regionale dell’Infrastrutture Marco Falcone «I contorni del grave episodio scoperto in mattina, se confermati come pare probabile, sono preoccupanti – afferma Falcone – e confidiamo nell’egregio lavoro delle forze dell’ordine per fare piena luce sui fatti. Il governo regionale – aggiunge – è vicino all’intero ufficio provinciale, front office per migliaia di utenti ed erogatore di servizi essenziali, ben sapendo che nessuna pressione o forzatura di alcun genere – conclude – potrà impedirci di tenere sempre alto il principio di legalità».


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