Morta Annarita Sidoti, da Gioiosa al tetto del mondo  Nel ’09: «Ho davanti un avversario che non molla mai»

Annarita Sidoti è morta a 44 anni dopo una lunga malattia con cui aveva iniziato a lottare nel 2009. La «marciatrice tascabile», come l’aveva ribattezzata nelle sue telecronache Franco Bragagna, rimarrà per sempre nella storia dello sport italiano. Una colonna della marcia che con grinta e tenacia nel 1997, ad Atene, aveva messo in fila una dietro l’altra le più quotate atlete russe Nikolayeva, Stankina e Ivanova, riuscendo a salire sul tetto del mondo nella dieci chilometri di marcia su pista. Una gara dura in cui addirittura Annarita sarebbe dovuta essere una delle riserve della spedizione azzurra. «Oggi è una giornata tristissima per l’atletica italiana – ha commentato il presidente della federazione atletica leggera Alfio Giomi -. Le medaglie della Sidoti sono storia del nostro sport, ma in questo momento dobbiamo ricordare Annarita e quello che fino all’ultimo istante ha rappresentato come donna».

Nata nel 1969 a Gioiosa Marea, piccolo Comune sul litorale tirrenico in provincia di Messina, Sidoti sette anni prima della vittoria mondiale, si era imposta nei campionati europei su strada di Spalato poco più che ventenne. Nel 1998 invece era arrivato un nuovo titolo continentale a Budapest. E’ stata per anni la detentrice del record italiano nella cinque chilometri di marcia su pista con il tempo di 20 minuti 21 secondi e 69 decimi, stabilito a Cesenatico nel 1995. Nella sua bacheca ci sono in totale 47 presenze con la maglia azzurra, dieci volte campionessa italiana di specialità. Ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Sidney 2000.

Una vita fatta non solo di sport ma anche d’impegno in politica ricoprendo il ruolo di assessore nel suo Comune. In coma da ieri sera, si è spenta questa mattina. I funerali si terranno domani alle 18 nella chiesa Spirito Santo di San Giorgio di Gioiosa Marea. Una delle sue ultime apparizioni era stata nel 2014 quando a Misterbianco aveva fatto da madrina alla prova dei campionati italiani di marcia. In quell’occasione l’atleta delle fiamme azzurre Eleonora Anna Giorgi stabilì il nuovo record italiano proprio sulla cinque chilometri segnando un’ideale passaggio di testimone.

Nel dicembre 2013, Sidoti aveva raccontato la sua lotta contro la malattia, affidando le sue parole alla penna di Pierangelo Molinaro sulla Gazzetta dello Sport. «Ho saputo di avere il cancro nel 2009 – raccontava – quando ero al settimo mese di gravidanza di Alberto. Mi sentivo gonfia sotto le ascelle, erano già metastasi. Mi hanno subito operata, pochi giorni dopo il parto mi sono fatta operare anche al seno, da dove è partito tutto. E’ nel mio destino che non mi possa mai rilassare. Mio marito Pietro dice che la mia lotta è ormai diventata un lavoro. Fra esami, controlli e cure e con tre figli da seguire tutto va programmato bene. Nel 2011 sono stata operata per una recidiva ancora sotto l’ascella e nel settembre 2012 al cervelletto. Ora il fegato, ma so che non sono guarita, è rispuntato qualcosa al cervelletto ed ho rifiutato la radioterapia. La forza me la dà la mia famiglia, mio marito Pietro che è medico ed è più preoccupato di me, i miei figli. Sono piccoli, devono crescere, hanno bisogno della mamma. Sì – concludeva – questo me lo ha proprio insegnato lo sport. A non mollare mai, a credere che la sconfitta non è definitiva sino a quando tu non ti arrendi. Ho scoperto lotte più grandi di quando ero atleta, ora ho davanti un avversario che non molla mai, che può ucciderti prima l’anima del corpo. Ma questa battaglia non la vincerà».


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