Credo che la musica classica sia la musica più difficile da comprendere e amare. Non avevo mai ascoltato musica classica, né sentito parlare mai di alcuni compositori, fino a quando ho deciso di iscrivermi al “Laboratorio di ascolto musicale”. È stata la curiosità a spingermi prima di tutto, e nonostante il mio scetticismo, alla fine di tutte le lezioni sono rimasta davvero molto contenta e colpita per aver scoperto quello che secondo me è un mondo completamente diverso. Sono rimasta affascinata dalla passione che può ispirare questa musica, e dalla dimensione cui essa può trasportare.
La Sonata per pianoforte op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna” di Beethoven, è la composizione che mi è rimasta più nel cuore.
Ludwig van Beethoven è stato ed è ancora da molti considerato “avanti al primo dei musicisti” (celebre affermazione dello scrittore Romain Rolland). La sua opera si estende cronologicamente dal periodo classico agli inizi del romanticismo e influenzò tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo. Ha vissuto una vita segnata da parecchi drammi, come la sordità, la miseria e l’isolamento. Ha uno stile vigoroso e brillante, che rimarca la sua unicità.
“Al chiaro di luna” è una delle più famose composizioni per pianoforte di ogni tempo ed è ampiamente riconosciuta come una delle più importanti opere del periodo classico e romantico. Non l’avevo mai sentita prima, ma mi ha conquistato subito. Del primo movimento mi piace la lentezza ma allo stesso tempo la grande intensità del suono. Inizia in sonorità leggere per prendere pian piano corpo, ma non arriva mai alla pienezza del forte, perché la notte è un attimo che dovrebbe portare serenità, e cullare l’animo con una musica melodiosa aiuta di più a sentire la serenità penetrare nel nostro cuore.
Se chiudo gli occhi, beandomi ad ascoltare questi suoni, nella mia mente si apre un breve sogno che dura quei pochi minuti. Un piccolo lago sparso in un bosco; la luna in cielo rischiara il panorama fatto di ombre e rumori della notte. Due persone sono sedute in riva a quel lago e parlano… raccontandosi una piccola parte di sé… ad un certo punto si zittiscono ed iniziano ad ammirare quella notte che si estende davanti ai loro occhi. Sono attimi magici e irripetibili che terminano senza un solo sussurro tra loro… sono solo i rumori della notte e la Sonata “Al chiaro di luna” a fargli da contorno…
È complicato per me mettere in parole quello che solo l’orecchio può sentire, e collegare il cuore alla mente. Spero di essere comunque riuscita a far trasparire, tramite queste mie parole, quello che il mio animo ha sentito con questa meravigliosa musica!
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