Il gruppo di cittadini che il 7 ottobre scorso ha deciso di «liberare» gli spazi del teatro sta elaborando le linee di gestione delle attività che a breve dovrebbero essere discusse con l'amministrazione comunale. Intanto venerdì si terrà un incontro per confrontarsi in merito al percorso degli attivisti campani che ha portato alla costituzione di nuovi strumenti giuridici
Montevergini, prosegue autogestione ma senza occupazione Venerdì incontro sui beni comuni con il Filangieri di Napoli
Il teatro Montevergini rimane aperto ma senza l’occupazione notturna. Il gruppo informale di cittadini – come si definiscono – che il 7 ottobre scorso ha «liberato» gli spazi ha optato da un paio di giorni per la sola autogestione: non passano più la notte lì ma continuano le attività durante il giorno, in concomitanza con gli orari dei custodi che lavorano in teatro. A breve dovrebbe tenersi un incontro durante il quale gli esponenti di questa nuova esperienza socio culturale incontreranno l’amministrazione comunale per illustrare le linee di gestione della struttura attraverso pratiche orizzontali e partecipative.
Un’esperienza lunga più di un mese, che ha visto attraversare gli spazi da decine di assemblee, concerti, proiezioni, incontri. Intanto venerdì si terrà un confronto sui beni comuni con l’Asilo Filangieri di Napoli, realtà sociale alla quale gli attivisti palermitani hanno sempre fatto riferimento. «Immaginiamo il Montevergini come un centro polifunzionale per le arti e le attività sociali – spiegano gli organizzatori nella parte dedicata alla presentazione dell’evento – per i collettivi, i movimenti e le associazioni. Il percorso che abbiamo avviato vuole fondarsi sul confronto con altre esperienze, maturate nel corso degli ultimi anni che hanno fatto proprie la difesa, la cura e la gestione dei beni comuni come nuove occasioni di produzione artistica e prassi istituente sul piano politico e giuridico».
Tra queste esperienze c’è appunto quella dell’ex Asilo Filangieri. Questo nuovo modello di gestione dei beni comuni «si lega a Napoli, come ad altre città europee come Madrid, Barcellona, Saragoza, alla sperimentazione politica di esperienze di neo-municipalismo che contrappongono alle politiche di austerità, figlie dei diktat europei e dei disegni neoliberisti, la riappropriazione di spazi di rivendicazione del diritto alla città nel tentativo di reinventarla in base a bisogni, visioni, e interessi comuni». Gli organizzatori hanno invitato a partecipare anche collettivi, associazioni, realtà sociali e singoli individui. Durante la due giorni di incontri ci saranno occasioni di confronto sull’esperienza campana, oltre che esibizioni artistiche e culturali. «Un percorso che – come riferiscono ancora dal Montevergini – ha portato alla costituzione di nuovi strumenti giuridici (come la delibera n. 446/2016 attraverso cui il comune partenopeo riconosce: l’uso civico e collettivo urbano che non è uso esclusivo ed è altro dalla proprietà e dagli affidamenti a soggetti) e sul neomunicipalismo».