L'ex presidente di Confidustria Sicilia si trova nel carcere Malaspina di Caltanissetta. La discussione del ricorso è fissata per il prossimo martedì 5 giugno. Lo scorso 24 maggio era passato dietro le sbarre dai domiciliari perché avrebbe fatto entrare persone non autorizzate in casa e avrebbe distrutto materiale utile alle indagini
Montante dal carcere chiede di tornare in libertà È detenuto con l’accusa di aver inquinato le prove
L’imprenditore nisseno Antonello Montante attualmente detenuto nel carcere Malaspina di Caltanissetta, chiede ai giudici del Riesame di tornare in libertà. A fargli da portavoce sono i suoi due legali, Giuseppe Panepinto e Nino Caleca. La discussione del ricorso è fissata per il prossimo martedì 5 giugno.
È stata la giudice per le indagini preliminari Maria Carmela Giannazzo, lo scorso 24 maggio, a disporre che Montante passasse dagli arresti domiciliari al carcere con l’accusa di aver inquinato le prove. Il 55enne avrebbe, infatti, permesso a persone non autorizzate di entrare in casa sua e, durante le ore in cui si è barricato nella sua abitazione senza aprire agli agenti che dovevano arrestarlo, avrebbe fatto sparire materiale informatico utile alle indagini.
L’ex presidente di Confindustria Sicilia è accusato di essere al vertice di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione con una rete di relazioni importanti che avrebbe sfruttato per influenzare il contesto politico-economico e, al contempo, assicurarsi la copertura delle passate frequentazioni con i boss di Serradifalco – suo paese d’origine – Paolo e Vincenzo Arnone.