È stata la statuaria attrice di origini umbre ad inaugurare le partecipazioni italiane al Festival del Cinema di Taormina, dove ha ricevuto il premio Taormina Arte Award e dove è stata intervistata pubblicamente da Deborah Young, direttrice del Festival
Monica Bellucci: Al cinema non mi piace fare la brava ragazza
È stato il primo volto noto del cinema italiano della cinquantasettesima edizione del Festival Internazionale del Cinema, in corso a Taormina dall’11 al 18 giugno. Si tratta di Monica Bellucci, che, ieri ha varcato le soglie del Teatro Antico di Taormina, per essere insignita del premio Taormina Arte Award, quest’anno assegnato anche al regista Oliver Stone (atteso per oggi) e a Tarak Ben Ammar (16 giugno).
Intervistata pubblicamente dalla direttrice del Festival Deborah Young, la Bellucci è stata accolta calorosamente dal pubblico siculo ma anche da giurati e spettatori giunti da tutte le parti d’Italia. L’attrice ha sfatato ogni pregiudizio sulle sue presunte arie da star e – ancor di più – su una finesse appositamente costruita. Ad imporsi, infatti, è stato piuttosto il ritratto di una donna di classe, capace di essere diplomatica senza risultare stucchevole e di rispondere adeguatamente – dunque, umilmente – anche alle domande più banali, quasi riqualificandole.
Ecco come l’attrice italiana ha risposto alle domande della Young e del pubblico.
“La nascita delle tue figlie ha cambiato il tuo rapporto con il cinema?”
M.B.: “La nascita delle mie bambine ha cambiato tutto nella mia vita, ma non il mio rapporto con la parte artistica. Per intenderci, adesso non faccio un certo tipo di ruoli per dare il buon esempio: non mi piace fare la brava ragazza al cinema! L’arte deve essere ‘disturbing’”.
“Ospite del Festival sarà il regista Oliver Stone. Ti piacerebbe lavorare con lui?”
M.B.: “Be’, la lista dei registi con cui vorrei lavorare è ancora davvero molto lunga”.
“A chi dedichi il premio che hai ricevuto qui a Taormina?”
M.B.: “Ai miei genitori. Di solito dedico tutto ai miei figli: loro sono il mio futuro, ma i miei genitori sono ciò da cui provengo”.
“Tu vivi in Francia. Qual è la differenza tra il cinema italiano e quello francese?”
M.B.: “Al pubblico francese piace l’attrice un po’ “Lolita”, a quello italiano, invece, la donna matura. Sofia Loren ha interpretato “La Ciociara” a 27 anni. Ecco, nel cinema italiano, le donne si portano dietro un dolore antico che è molto bello da vedere sullo schermo”.
“Nel film “Malena”, di Giuseppe Tornatore, hai recitato il ruolo di una donna molto invidiata dalle altre. È così anche nella vita reale, essendo considerata una delle donne più belle del mondo?”
M.B.: “Questa storia della bellezza mi fa sempre ridere. Le donne non mi invidiano, vado molto d’accordo con loro; anzi, mi fido molto meno degli uomini. Il mio corpo è solo uno strumento, come la chitarra per il chitarrista o il pianoforte per il pianista. Ed io lo uso a seconda di come serve, nudo o vestito. E poi la bellezza è anche una maschera, che fortunatamente invecchiando viene meno”.
“Com’è nata, invece, la collaborazione per “Baarìa”, altro film di Tornatore”?
M.B.: “Giuseppe ha scelto tante attrici per quel film, ma per me è anche un amico. Mi ha telefonato, parlandomi di questo progetto e di un cammeo per me, nient’altro. Sono venuta a girare in Sicilia senza sapere ancora cosa avrei dovuto fare”.
“Qual è il tuo rapporto con i registi?”
M.B.: “Tra regista e attori deve esserci alchimia. Capita di chiedere come sei andata e ti viene risposto “It’s O.K”, ma non è così che deve funzionare”.
“Sei stata diretta anche da Mel Gibson, in “La passione”. Com’è stato lavorare al suo fianco?”
M.B.: “Mel Gibson è un artista straordinario, anche dietro la macchina da presa, e sono stata io a propormi per il ruolo di Maria Maddalena, ma non lo conosco nel privato”.
“Qual è il tuo rapporto con gli attori con cui reciti?”
M.B.: “Ho sempre avuto un buon rapporto, non ho mai litigato con nessuno. Mi piace molto lavorare anche con mio marito (Vincent Cassel): recitare insieme, invece, ci fa litigare meglio”.
“Hai recitato anche con attori di grande fama internazionale, come con Robert De Niro (in Manuale d’amore 3). Che esperienza è stata?”
M.B.: “Recitare con De Niro è stato molto bello; lui è molto umano. Io ricerco molto questo lato negli artisti: il talento è ovvio, ma senza umanità è niente”.
“In passato hai rifiutato delle proposte teatrali. Oggi le accetteresti?”
M.B.: “C’è un progetto in cantiere che sarà realizzato quando sarà il momento giusto. Sono una donna “lenta”, io. Ho avuto anche i figli da adulta: mi prendo i miei tempi”.
“Hai già recitato in tanti film. Hai ancora dei sogni da realizzare?”
M.B.: “Ho ancora tanti sogni: senza entusiasmo siamo morti.“
“Hai anche girato dei film piuttosto pericolosi…”
M.B.: “È vero, ho girato anche film d’azione, ma non c’è niente di pericoloso nel cinema. Amo il fumetto sin da piccola e anche al cinema, nella lingua inglese, si usa spesso il verbo “to play”. Ecco noi attori non siamo che questo: bambini che giocano”.