Il report siccità 2018, pubblicato dall'Osservatorio Acque, accerta che molte dighe sono «ormai vicine alle quote massime autorizzate». Per la presidentessa Amap Maria Prestigiacomo «quest'estate non dovrebbero esserci problemi»
Molte piogge e invasi pieni, la crisi idrica è alle spalle? «Acqua per due anni, a Rosamarina spreco di 20 milioni»
«Abbiamo acqua per due anni». La presidentessa Amap Maria Prestigiacomo comunica la lieta notizia con tono asciutto. In fondo gli invasi pieni del palermitano sono dovuti in larga parte alle persistenti piogge di questo inverno, e poco grazie all’intervento umano. In ogni caso la crisi idrica sembra alle spalle. Anzi, come testimonia il report siccità 2018 pubblicato dall’Osservatorio Acque, «in una situazione caratterizzata dalla persistenza di deflussi originati dalle piogge di novembre e da numerosi invasi ormai vicini alle quote massime autorizzate, la scarsità di piogge non ha costituito sostanzialmente un problema, consentendo anzi la ripresa delle attività agricole fortemente limitata dagli eventi precedenti».
Tutto positivo, dunque? Non proprio. «La diga Romasarina ha buttato a mare più di 20 milioni di metri cubi, perché è andata oltre i livelli massimi consentiti» ricorda ancora Prestigiacomo. Restano i dati delle dighe del palermitano: Piana degli Albanesi ha quasi raggiunto i 17 milioni di metri cubi d’acqua, mentre l’anno scorso in questo periodo sfiorava a malapena i 10; Poma è a 57 milioni di metri cubi, quasi il 50 per cento in più rispetto al 2018 (quando raggiungeva i 40 milioni); Scanzano è a 8 milioni di metri cubi e i dati dell’anno passato; Rosamarina supera i 72 milioni di metri cubi «ed essendo arrivata quasi al massimo la Regione sarà costretta settimana prossima a diramare una nota per indicarci un nuovo scarico, e questo in effetti è un peccato».
Ma se il tempo ha supportato gli invasi del palermitano, cosa c’è da aspettarsi sul campo degli interventi da parte degli enti proposti? E cosa si può prevedere per un’estate che si preannuncia torrida? «So che la Regione ha appaltato la progettazione per i piani di gestione delle dighe – afferma la presidente Amap – e questo è importante perché senza di questi non si può fare manco la manutenzione. Una novità, seppure in ritardo, che ci consentirà di effettuerà la necessaria progettazione. Per quanto riguarda l’estate non dovrebbero esserci problemi, Palermo non sciupa tutta quest’acqua. Noi intanto ci auguriamo che continuino a riempirsi gli invasi come il Poma e Piana degli Albanesi, che non hanno bisogno di manutenzione in questo momento e non necessitano di essere svuotati».
Le piogge a macchia di leopardo, insomma, potrebbero favorire in questo febbraio che si prevede nuovamente abbastanza piovoso le dighe dello Jato, del Poma e dello Scanzano. Con riserve d’acqua garantite per due anni. Senza considerare che «dovrebbe essere finita la gara che la Regione ha fatto per il progetto dell‘acquedotto a Scillato» e che Amap pensa «a un piano per utilizzare l’acqua degli invasi esclusivamente per le emergenze, puntando invece su fonti alternative grazie anche all’aiuto dei sindaci della provincia che ci indicano sorgenti e prelievi». Come a dire che prima o poi il tempo smetterà di essere clemente, e allora bisognerà puntare sul lavoro dell’essere umano.