Oltre all'ex primo cittadino e al suo numero due, sono anche un assessore, il presidente del Consiglio comunale e cinque consiglieri a dover comparire davanti al presidente della prima sezione civile per l'udienza camerale fissata per il 28 gennaio
Misterbianco, l’ipotesi incandidabilità dopo lo scioglimento L’ex sindaco: «Sarebbe uno smacco, sono pronto a tornare»
Dopo lo scioglimento del Consiglio comunale di Misterbianco, dal ministero dell’Interno è arrivata l’ipotesi di incandidabilità per l’ex sindaco Nino Di Guardo, l’ex vice sindaco Carmelo Santapaola, l’ex assessore Stefano Santagati, l’ex presidente del Consiglio comunale Agata Pestoni e gli ex consiglieri comunali Marco Corsaro, Domenico Caruso, Riccardo La Spina, Andrea Rapisarda e Nunzio Santonocito.
Per loro emergerebbero rilevanti «collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori o forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi a esse affidati, o che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica». Il Presidente della prima sezione civile del tribunale ha fissato l’udienza camerale per il 28 gennaio.
«Lo scioglimento del Comune è stato un abuso, un crimine di Stato – ribadisce a MeridioNews Di Guardo – E, adesso, sulla base degli stessi elementi falsi, il ministero propone che venga dichiarata la nostra incandidabilità». L’invio degli ispettori era stato disposto dal prefetto di Catania Claudio Sammartino a novembre del 2018, dopo che la procura etnea aveva reso nota l’inchiesta Revolution bet 2. Un’indagine che ha scoperchiato i collegamenti tra mafia e scommesse online e che ha portato all’arresto dell’ex vicsindaco sammartiniano, accusato di essere tra i titolari dell’Orso bianco caffè. «Ci sarà un processo e io sono più che sicuro che il giudice dovrà prendere atto che, almeno per la mia persona, sarebbe solo uno smacco». Ne è convito l’ex primo cittadino che, già dopo lo scioglimento del Comune, aveva messo in scena una protesta – con tanto di sciopero della fame – che era finita con una multa da parte della polizia municipale.
Intanto, il prossimo 24 febbraio è fissata l’udienza al Tar del Lazio dopo l’opposizione allo scioglimento presentata da Di Guardo. «Io confido nel fatto che venga dichiarato nullo e così potrò tornare a fare il sindaco fino a giugno del 2022 – dichiara fiducioso l’ex primo cittadino – Se così non dovesse essere, quando i commissari andranno via, mi ricandiderò perché sono certo di essere una persona onesta che, in 30 anni ha sempre servito il proprio paese».