Missione punitiva, pestato un pescivendolo Sfregiato per sempre al viso per 900 euro

Ha denunciato di essere stato vittima di una rapina, ma i carabinieri hanno subito capito che c’era qualcosa di poco chiaro nel racconto del 41enne di Milazzo, venditore di pesce che era stato pestato a sangue. Un pestaggio in piena regola con un bastone e una grossa chiave inglese ad opera di tre uomini che lo hanno sfregiato al viso in modo permanente

Secondo quanto raccontato dalla vittima ai carabinieri, il 29 giugno 2018, intorno alle 5:30 del mattino, era stato fermato da tre individui sconosciuti dopo essere uscito allo svincolo autostradale di Santo Stefano di Camastra. Stava rientrando a bordo del suo furgone dal mercato ittico di Porticello (a Santa Flavia, nel Palermitano) per andare in un bar. I tre, secondo il racconto del malcapitato, avevano simulato un guasto ad un furgone frigorifero e avevano chiesto aiuto all’automobilista di passaggio. Ma una volta accostatosi e sceso dal mezzo, era stato picchiato e rapinato del furgone, oltre che dei duemila euro di denaro contante e dei propri effetti personali compreso il telefono cellulare. 

I dubbi su quanto raccontato dal 41enne commerciante ittico hanno spinto i carabinieri ad approfondire l’episodio e già dai primi accertamenti sulle celle agganciate dal telefono della vittima emerge che la stessa non si era mai recata al mercato ittico di Porticello, ma probabilmente si trovava a Santo Stefano di Camastra per un appuntamento con qualcuno. Convocato in caserma per un ulteriore approfondimento di concerto con la Procura di Patti e messo di fronte ai dati delle attività tecniche eseguite dagli investigatori, continua a mentire e viene denunciato per favoreggiamento. Fino a quando, ad agosto, racconta la verità. 

Il 41enne aveva fissato un appuntamento con un suo abituale fornitore di pesce di Porticello, che anziché presentarsi con il pesce ordinato, si era presentato con altre due persone per regolare un conto in sospeso con la vittima. Il 2 giugno 2018 il 33enne di Bagheria Francesco Asciutto, fornitore di pesce del commerciante e organizzatore del pestaggio, secondo i carabinieri, gli avrebbe dovuto consegnare a domicilio un tonno rosso di 380 chili, mai arrivato alla pescheria del denunciante perché sequestrato dalla Guardia di Finanza di Milazzo al casello autostradale di Milazzo. In quell’occasione veniva elevato anche un verbale di ottomila euro. Alla vittima viene comunque chiesto il pagamento del prezzo del tonno sequestrato, ovvero 900 euro, ma anche il pagamento dell’intero verbale elevato. Richiesta quest’ultima rifiutata dal 41enne. 

È a questo punto che Asciutto, con la scusa della consegna di un nuovo ordine, la notte tra il 28 e il 29 giugno, con l’aiuto di altri due soggetti, Filippo Fazio, 46 anni di Bagheria e Salvatore Calafiore, 40 anni di Aspra, programma e mette in atto una spedizione punitiva con connessa rapina a scopo risarcitorio che lascia tramortito sull’asfalto, quasi in fin di vita, il 41enne di Milazzo. Il gip Eugenio Aliquò, su richiesta del procuratore di Patti Angelo Cavallo, ha disposto il carcere per i tre uomini che adesso si trovano a Gazzi. Rapina aggravata, lesioni personali gravissime, aggravate dall’uso di corpi contundenti e porto di strumenti atti ad offendere, le accuse da cui dovranno difendersi.


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