In concerto al Teatro Brancati per la rassegna Musica Donna di Catania Jazz, la bella cantante arabo-israeliana, che duetterà con Noa, incanta il pubblico coi brani del suo primo album Bahalawan
Mira Awad, la voce di un’equilibrista
“E’ il suo primo album e il primo concerto insieme a un gruppo”, dice Pompeo Benincasa introducendo Mira Awad, cantante arabo-israeliana, che si è esibita ieri sera al teatro Brancati in occasione della rassegna Musicadonna promossa da Catania Jazz. Accompagnata da Hamos Haddan, alla chitarra, e Gadi Seri, alle percussioni, la Awad ha presentato le canzoni dell’album Bahalawan, primo album da solista di cui ha scritto sia i testi sia la musica.
Nata in un villaggio arabo del Nord Israele, Mira ha studiato jazz e musica contemporanea alla Rimon School di Tel Aviv. Ha lavorato nelle serie TV “Arab Work” e “Noah’s Ark”. E ha partecipato anche al film “The Bubble” di Eithan Fux. Inoltre ha registrato il tema delle musiche per il film di Udi Aloni, “Forgiveness”, e “Lemon Tree” di Eran Riklis. Ora Mira torna a incontrare sul suo cammino artistico un’altra star, sua amica, Noa con la quale duetterà stasera qui a Catania. Insieme hanno già collaborato nell’album “Now” della cantante israeliana cantando insieme in arabo ed inglese “We can work it out” dei Beatles.
“Una volta dissi a mio fratello che sarei stata capace di trovare la mia strada, quella giusta. E l’avrei percorsa facendo attenzione a non cadere, proprio come fa un’acrobata” spiega al pubblico Mira introducendo la canzone Bahalawan che significa proprio acrobata. E mentre la canta con passione allarga le braccia mimando il movimento di una equilibrista che cammina su un filo teso immaginario. Canta con il cuore e con il corpo che muove seguendo il ritmo sciorinato dal percussionista. E’ completamente a suo agio. Anche quando chiede al pubblico se può tradurre in italiano per lei il titolo della canzone “Peace of Mind”. Mira non sembra agitata nemmeno quando introduce il tema della terza canzone in scaletta: “Parla di religione, di una guerra dimenticata”. Il pubblico è affascinato da questa donna composta, sempre sorridente che biascica qua e là qualche parola in italiano e canta testi quasi tutti in arabo. Poche sono infatti le canzoni in inglese. Altre alternano strofe in inglese a strofe in arabo. Undici canzoni interpretate senza pause. Unico intermezzo è l’assolo di chitarra, un pezzo dalle origini sudamericane, eseguito dall’amico Hamos Haddan.
Poi il gran finale che Mira introduce con parole da brivido: “Questa canzone, Bucra, significa “domani”. Perché anche se non dimentico il fumo, il fuoco, il sangue, spero sempre che il domani sarà migliore”.
Come abbiamo detto, Mira Awad duetterà stasera alle 21.30, sempre al Teatro Brancati, con Noa, artista di fama internazionale con cui canterà all’Eurofestival di Mosca per rappresentare Israele. “Domani ci saranno molti amici in sala. Noa e Mira si racconteranno come solo loro sanno fare: con la musica” spiega Pompeo Benincasa.