«Miniescursioni? Bando farsa, totale disapprovazione» Operatori Etna nord rompono tregua con Linguaglossa

Adesso salta pure la tregua con gli operatori. Gli attivisti del
versante nord dell’Etna, da mesi in agitazione a causa del blocco delle escursioni ai crateri del vulcano, tornano a contestare aspramente l’amministrazione del sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi. A fine 2019 avevano firmato assieme a lui la proposta su un appalto «5 anni + 4» per il trasporto dei turisti, documento bocciato dal sindaco di Castiglione Antonio Camarda, comproprietario della pista per quota 3000. Oggi, però, la rottura si materializza a seguito del caso miniescursioni. «Il Comitato tutto esprime la totale disapprovazione dal suddetto bando che non tiene conto né dei nostri consigli, né tantomeno delle direttive dell’assessorato al Turismo».

Gli operatori di Etna nord, riuniti in un comitato guidato da
Nikos Lo Giudice, hanno affidato queste parole a un manifesto. Se la prendono con la «soluzione scadente» dell’appalto, emanato e subito oscurato dal Comune di Linguaglossa, per affidare le licenze di trasporto fino a quota 2300. Cioè per il solo tratto della pista per i crateri che non è di proprietà castiglionese. «Anche nel corso dei tavoli di mediazione – spiegano gli attivisti – si era auspicato di non procedere con tale bando perché ritenuto lesivo per tutto il comprensorio e fuori da ogni forma di politica turistica riferita ad un sito Unesco». Il «no» di Castiglione a un appalto condiviso, sempre nelle more del project financing da 23 milioni, blocca infatti il transito fino alla zona sommitale dell’Etna. Gli eventuali compratori delle licenze, così, dovranno fermarsi a metà strada.

«Questo è uno dei più grandi fallimenti politici che la comunità di Linguaglossa possa subire – scrivono gli operatori, in passato scesi in piazza con i gilet gialli – e adesso ci attende l’ultima parte dello spettacolo circense». Il Comitato allude a un ipotetico e presunto «accordo con Castiglione per autorizzare gli amici degli amici al passaggio». Tirando in ballo, così, i sospetti alimentati fra ieri e venerdì dalla pubblicazione di un bando con «criteri restrittivi», come denunciato in realtà dallo stesso sindaco Puglisi. Che però si ritrova comunque accusato dagli operatori di essere «un clown».

L’amministrazione di Linguaglossa,  infatti, si è dissociata dai criteri di selezione delle aziende «lesivi della libera concorrenza» che comparivano nel disciplinare di gara. Scaricando tutte le responsabilità sulla centrale unica di committenza Tirreno Ecosviluppo che lo ha redatto per conto dell’ente. «Siamo indignati – ripetono con fermezza gli operatori, ribadendo di volere un bando di lunga durata e valido per tutta l’estensione della pista per i crateri – queste non sono azioni compiute da amministratori che lavorano con serenità».


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