Migranti, restano a bordo della Humanity 35 persone. Comandante: «Non mi muovo da Catania»

È destinato a continuare il braccio di ferro tra il governo italiano e la ong tedesca Sos Humanity per lo sbarco degli ultimi migranti presenti sulla nave Humanity 1. Si tratta di 35 persone – rispetto alle 179 che si trovavano a bordo del natante – ritenute «carico residuale» perché non sufficientemente fragili per l’approdo al porto di Catania. Al termine delle operazioni le autorità italiane avevano ordinato alla ong di mollare gli ormeggi e partire. Opzione che non viene nemmeno presa in considerazione dal capitano Joachim Ebeling: «Se adesso andassi via violerei una serie infinita di leggi e convenzioni internazionali e qui al porto di Catania non sto facendo nulla di illegale», ha spiegato il 59enne. A suo avviso, ha aggiunto, è «stata fatta una selezione disumana e illegittima dei sopravvissuti che si basa su un decreto illegale». Attraverso il profilo Twitter ufficiale SOS Humanity ha spiegato che «i superstiti hanno diritto a un accertamento di protezione individuale, che può avvenire solo a terra. Respingere le 35 persone in cerca di protezione dalle acque territoriali è una forma di respingimento collettivo e quindi illegale».

Al molo centrale del porto etneo c’è anche la Geo Barents, nave di Medici senza frontiere. Nelle scorse ore è stato dato il via libera allo sbarco di 357 delle 572 persone che erano a bordo. Il carico residuale, così com’è stato definito tra molte polemiche, al momento è di 214 persone. Un migrante, secondo quanto si apprende, la scorsa notte è stato portato via in ambulanza. Al largo della costa catanese sono presenti, da giorni, altre due navi di ong: la tedesca Rise Above, con 90 persone a bordo, e la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti. 

Foto: Profilo Twitter Sos Humanity


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