Ad accendere la miccia le ultime due misure adottare dal ministro sul contrasto all'immigrazione clandestina e le zone rosse. Mentre Mediterranea ha diffuso un video con le registrazione di alcune telefonate tra la capitaneria di porto e la guardia costiera libica
Migranti, la direttiva ad navem «eversiva e criminogena» Orlando: «Pronto esposto alla Corte di giustizia europea»
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Presenterò un esposto alla Corte di giustizia europea contro il disegno eversivo di Salvini che rappresenta un pericolo per la tenuta democratica del nostro Paese». Si infiamma sempre più lo scontro politico a distanza tra il vicepremier Matteo Salvini e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Ad accendere la miccia le ultime due misure adottare dal ministro degli Interni sul contrasto all’immigrazione clandestina e le cosiddette zone rosse destinata ai prefetti. Due provvedimenti che hanno scatenato l’ira del primo cittadino. La cui reazione non si è fatta attendere e stamane, assieme ai rappresentanti di Mediterranea, ha incontrato la stampa a Palazzo delle Aquile. L’occasione per mostrare un video integrale con le registrazioni di alcune telefonate intercorse tra il 18 e il 19 marzo tra il comando generale delle capitanerie di porto – sala operativa – di Roma (IMRCC), una nave militare italiana, di stanza a Tripoli, impegnata nella missione bilaterale tra Italia e Libia, e la cosiddetta guardia costiera libica.
Dal quale sarebbe evidente da un lato il «
disagio» del personale della guardia costiera italiana, come denunciato dalla portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba. Dall’altro, «l’inadeguatezza» da parte della marina libica di gestire le operazioni di salvataggio. «Chiediamo di fare chiarezza – ripete più volte la portavoce affiancata dai legali Serena Romano e Fabio Lanfranca – l’inadeguatezza di questa guardia costiera è un eufemismo, nelle mani di questa gente abbiamo lasciato la sorte di migliaia di persone. Si pretenderebbe che continuassimo a farlo anche adesso che quel Paese è ancora in guerra. A voi e alla storia lascio il giudizio di ciò». Secondo alcuni dati forniti da Mediterranea, infatti, nel 2018 sono state 13.500 le persone catturate dalla guardia costiera libica e riportate nei campi di concentramento, mentre 2.200 quelle morte sotto tortura.
«Ieri alle 13.57 è arrivata una notifica della direttiva
ad navem da parte del ministero dell’Interno destinata al nostro comandante della Mare Jonio – rincara la portavoce – Quanto sia singolare un simile provvedimento è sotto gli occhi di tutti. Stiamo cercando di capire come rispondere a questo tipo di provvedimento, anche in termini legali e rispetto alle comunicazioni che ci vengono inviate. Siamo di fronte a una direttiva che sembra scritta in una realtà parallela e in un altro mondo, dove non si parla né di guerra né di profughi». Uno scontro che probabilmente proseguirà anche in tribunale: «Ci sono eventuali profili diffamatori sui quali approfondiremo». Ma ad annunciare battaglia a colpi di carte bollate c’è anche il primo cittadino che annuncia un esposto alla Corte dei diritti umani «per accertare eventuale violazione dei diritti umani».
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L’accordo criminale fatto in passato con la Libia ha trasformato quel Paese in un campo di concentramento a cielo aperto – dice ancora Orlando – senza alcun rispetto dei dritti umani, con fini persecutori nei confronti dei migranti. Siamo in presenza di fantomatici ufficiali libici che non parlano nemmeno inglese. La cosa incredibile è il comportamento del comando di Roma che cerca di mantenere un comportamento corretto con un ruolo di coordinamento, dall’altra parte il clima di assoluta confusione che regna dall’altra parte. Siamo in presenza di un governo che utilizza un’odiosa immunità parlamentare di un ministro, responsabile solo del reato di sequestro. La conferma che il nostro Paese è a rischio di tenuta democratica. Comportamenti che se non sono criminali sono sicuramente criminogeni».
Secondo il professore, trasformando tutto in sicurezza «
Salvini stravolge il valore delle competenze istituzionali. Credo che questo sia un comportamento inaccettabile, soprattutto quanto produce lesioni gravissime dei diritti umani». E promette battaglia anche contro la direttiva rivolta a prefetti che, di fatto, scavalcherebbe i poteri dei sindaci: «Qualora la prefetta di Palermo dovesse adeguarsi alla direttiva emanata da Salvini sulle cosiddette zone rosse, adirò al tribunale amministrativo per la sospensione e annullamento di questo provvedimento». Una direttiva che per il primo cittadino «è un segnò l’involuzione culturale e politica di questo ministro, che intende coinvolgere l’intero Paese».