Aveva circa 20 anni il giovane egiziano che ieri pomeriggio è stato trovato morto sul barchino soccorso dalla guardia costiera al largo di Lampedusa. A ricostruire quanto accaduto su quel natante sono stati i racconti degli altri dodici migranti che erano a bordo fatti ai poliziotti nell’hotspot. Secondo quanto emerso finora nel corso delle indagini, il giovane è morto a causa di un incidente.
Mentre si trovava ancora in acque internazionali, l’imbarcazione ha avuto un’avaria al motore. A quel punto il 20enne, forse cercando di farlo ripartire o per rabbia, avrebbe ripetutamente preso a calci il motore. Così sarebbe scivolato, avrebbe battuto la testa e sarebbe morto sul colpo. Anche nella giornata di oggi, gli agenti della squadra mobile continueranno a sentire gli altri migranti che erano sulla carretta per cercare di confermare i primi racconti.
La procura di Agrigento, intanto, ha aperto un fascicolo d’inchiesta. La salma del giovane, che viaggiava verso la Sicilia con un paio di amici, si trova nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana sull’isola di Lampedusa. All’hotspot di contrada Imbriacola sono presenti 14 migranti, fra cui sei minori non accompagnati. Ieri, su disposizione della prefettura di Agrigento, ci sono stati tre trasferimenti (due con i traghetti di Porto Empedocle e uno con aereo Oim per Roma) per complessive 476 persone.
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