Il presidente dell'Ars ha parlato durante la cerimonia del ventaglio. «Non posso fare altro che denunciare la struttura amministrativa della Regione. Non c'è nessuna volontà di aiutare la Sicilia». Due anni fa pronunciò frasi simili facendo riferimento al fotovoltaico
Miccichè torna a puntare il dito contro burocrati regionali «Dirigenti dicono sempre no, modificherei legge Bassanini»
«Sono loro il problema». E loro sono i dirigenti della Regione Siciliana. L’attacco arriva dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè nel corso della cerimonia del ventaglio, il tradizionale incontro in cui il primo inquilino di sala d’Ercole incontra la stampa parlamentare. Il commissario di Forza Italia in Sicilia si è soffermato sul ruolo, secondo lui deleterio, svolto dall’apparato burocratico regionale nell’esame delle pratiche. Ostacoli che andrebbero in direzione contraria alla lotta alla povertà. «Le associazioni hanno decuplicato l’attività in aiuto alla povertà – ha dichiarato Miccichè – è un dato preoccupantissimo. Il dato più preoccupante è quello sulla nuova poverta. Gente non abituata ad essere povera. Non posso fare altro che denunciare la struttura amministrativa della Regione. Non c’è nessuna volontà di aiutare la Sicilia. Ogni no che dicono – ha aggiunto Miccichè – sono dieci licenziamenti che avvengono. Cercano continuamente il pelo nell’uovo per evitare di dire sì. Io non credo che una terra possa vivere in questa maniera, ovvero che devono dire no perché se dicono sì li indagano».
Miccichè si è poi detto favorevole a un’ipotetica modifica alla Bassanini, la legge che ha separato le competenze tra organi politici e strutture amministrative. «Io la cambierei perché il politico fa una valutazione reale delle cose. Se non dice mai sì, poi non lo vota più nessuno», ha incalzato il presidente dell’Ars, dicendosi favorevole alla possibilità di fare riferimento anche a dirigenti esterni all’amministrazione regionale.
Quella di oggi non è la prima volta in cui Miccichè punta il dito contro la burocrazia regionale. Già due anni fa si disse favorevole a «sbloccare tutte le autorizzazioni». All’epoca, era il 2019, i riferimenti alla povertà causata dal Covid non esistevano per ovvi motivi e da poco era scoppiata l’inchiesta sulle rinnovabili e gli interessi di Vito Nicastri e Paolo Arata, ma il presidente dell’Ars criticò aspramente le tempistiche che caratterizzano le attività degli uffici regionali, senza poi garantire un esito positivo alle pratiche. In quella circostanza, Miccichè fece un riferimento alle difficoltà incontrate da chi chiedeva l’autorizzazione per installare pannelli fotovoltaici. Un tema, quest’ultimo, che anche oggi è al centro dell’attenzione e, con le risorse del piano di resilienza nazionale all’orizzionte, continuerà a esserlo per molto tempo ancora.