E' ancora tutta in salita la strada che dovrebbe portare gianfranco miccichè a guidare il centrodestra nella corsa alla presidenza della regione siciliana. A sbarrargli il passo - in modo molto fermo - non sono soltanto alcuni esponenti del pid innamorati della candidatura di roberto lagalla. I veri avversari, a quanto pare, miccichè se li ritrova nel suo ex partito, il pdl. Vediamo quello che sta succedendo a giudicare dalle indiscrezioni.
Miccichè, strada ancora tutta in salita
E’ ancora tutta in salita la strada che dovrebbe portare Gianfranco Miccichè a guidare il centrodestra nella corsa alla presidenza della Regione siciliana. A sbarrargli il passo – in modo molto fermo – non sono soltanto alcuni esponenti del Pid innamorati della candidatura di Roberto Lagalla. I veri avversari, a quanto pare, Miccichè se li ritrova nel suo ex partito, il Pdl. Vediamo quello che sta succedendo a giudicare dalle indiscrezioni.
Com’è noto, le trattative vanno avanti ormai da settimane. Ma sono ferme al punto di partenza. Sono tre i partiti – Grande Sud di Miccichè (foto a sinistra), il Pid capeggiato dall’ex ministro, Saverio Romano, e il Pdl – che dovrebbero arrivare a una candidatura condivisa. Alla quale, con molta probabilità, si aggregherebbero altre forze politiche.
Ufficialmente, le candidature dovrebbero essere due: quella di Gianfranco Miccichè e quella di Roberto Lagalla, già apprezzato assessore regionale alla Sanità e oggi Rettore dell’università di Palermo. A questa due candidature se ne potrebbero aggiungere almeno altre due: quella di Giuseppe Castiglione e quella del presidente dell’Ars uscente, Francesco Cascio. (foto sotto a destra)
Le ultime due candidature sembrano un po’ in ribasso. Mentre le prime due – Miccichè e Lagalla – sembrano le più titolate. Le trattative, come già ricordato, vanno avanti da settimane. Segnando una stallo.
Negli ultimi due giorni le cronache politiche registrano un’uscita ufficiale di Silvio Berlusconi in persona, che avrebbe ‘benedetto’ la candidatura di Gianfranco Miccichè. A molti è sembrata una quasi-ufficializzazione. Ma, stando a quanto risulta a LinkSicilia, quella del Cavaliere sarebbe invece stata una forzatura per provare a sbloccare la situazione. Operazione che, stando a indiscrezioni, non sarebbe riuscita. Perché?
Perché, a quanto pare, il “no” alla candidatura di Miccichè sarebbe più profondo di quanto sembri. Il leader di Grande Sud, come già accennato, deve vedersela non soltanto con il Pid (che, alla fine, anche se con qualche mal di pancia, sarebbe disposto a ‘chiudere’ l’accordo sullo stesso Miccichè), ma con il Pdl.
Chi è che, nel Pdl siciliano, si oppone alla candidatura di Miccichè? In primo luogo, Francesco Cascio ormai in ‘discesa’ (a lui viene addebitata la secca sconfitta del Pdl alle recenti elezioni comunali di Palermo), che con la candidatura di Miccichè a presidente della Regione diventerebbe ancora più debole. Poi ci sarebbero altri due “no”: quelli di Giuseppe Castiglione e di Mimmo Nania, entrambi coordinatori del Pdl in Sicilia.
Ma il “no” più ‘pesante’, quello che, con molta probabilità, fa la differenza, è quello del Senatore Giuseppe Firrarello (foto a sinistra). Parliamo dell’uomo più potente e ascoltato del Pdl nella Sicilia occidentale. Un uomo politico da sempre molto vicino a Berlusconi.
Forse – ma di questo non siamo sicuri – la sortita di Berlusconi che, come già ricordato, ha ‘benedetto’ la candidatura di Miccichè alla guida della Sicilia potrebbe essere stata messa in campo per piegare la resistenza di Firrarello.
Ma il fatto che Firrarello – stando almeno a quanto risulta a LinkSicilia – non si sia piegato nemmeno al cospetto di Berlusconi dà la misura di quanto sia ancora oggi irta di ostacoli la strada che Miccichè deve percorrere per diventare il candidato alla presidenza della Regione siciliana di tutto il centrodestra.