Dopo il patto dell'arancino, potrebbe essere la volta di quello del fico d'India. Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana e leader di Forza Italia in Sicilia è stato il vero mattatore della mattinata di dibattiti nei locali della Nuova dogana, al porto di Catania
Miccichè show per la Lega tra baci, abbracci e fichi d’India «In Sicilia niente pandemia. Non ho mai litigato con Salvini»
Dopo il patto dell’arancino sarà la volta del patto del fico d’India? Ci scherza su Gianfranco Miccichè. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, e leader di Forza Italia in Sicilia, è stato il vero mattatore della mattinata di dibattiti organizzati dalla Lega nei locali della Nuova dogana, al porto di Catania. La tre giorni del Carroccio avrà il suo momento cardine domani, quando Matteo Salvini si presenterà in tribunale per l’udienza preliminare sul caso della nave Gregoretti. In una città blindata, in cui è in programma anche una manifestazione di protesta, il segretario del Carroccio ha organizzato un comizio di chiusura. Momento finale di una kermesse cominciata in sordina ieri nonostante la presenza di tutto lo stato maggiore del Carroccio e del centrodestra. Salvini farà la sua prima comparsa a Catania stasera per un’intervista, ma già da ieri si sta spostando in vari Comuni isolani per sostenere i candidati alle Amministrative.
Miccichè intanto sembra avere messo in archivio le uscite della scorsa estate sulla Lega e i suoi sostenitori siciliani e non. Bollati come dei «buzzurri» che ci odiano. Appena arrivato al porto, cerca di chiarire la sua posizione: «Fate domande curiose – dice ai cronisti – con la Lega è difficile litigare come partito, si può non essere d’accordo con un rappresentate. Con Salvini non ho litigato per l’immigrazione ma sul metodo che lui ha avuto di affrontare alcuni problemi». Subito dopo, il presidente dell’Ars è stato accolto dall’assessore regionale alla Cultura Alberto Samonà e dal parlamentare Nino Minardo. Tra selfie, baci e abbracci senza mascherina c’è stato pure il tempo di parlare della pandemia in corso.
«In Sicilia la pandemia non c’è stata – spiega dal palco Miccichè – dobbiamo dirlo con chiarezza. Sicilia e Sardegna non andavano chiuse, bastava farlo con i porti perché il virus non riesce a nuotare». Ad ascoltare la dichiarazione anche un poco convinto Nello Musumeci. Nei giorni scorsi il presidente della Regione aveva annunciato la disponibilità a essere presente per un saluto, non essendo previsto un dibattito con la sua presenza. Oggi però il programma è cambiato: non appena è stato notato in sala, Musumeci è stato invitato a salire sul palco per partecipare al dibattito con Miccichè e con il braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti. «Sono qui come uomo del centrodestra – ha spiegato il presidente ai giornalisti prima di entrare in sala – la mia presenza qui è naturale».
Sul tavolo resta ancora il patto politico tra Diventerà Bellissima, il movimento di Musumeci, e la Lega. Regista dell’operazione il commissario del Carroccio in Sicilia Stefano Candiani. Ed è stato proprio il senatore leghista, alla fine del dibattito, a presentarsi sul palco con un piatto pieno di fichi d’India ancora da sbucciare. «Presidente – dice riferendosi a Micciché – puoi scegliere tra questi e quelli che ti porterà il cameriere (già sbucciati, ndr)». «E ti sembro cretino?», ironizza il presidente del parlamento siciliano. Subito dopo è tempo degli abbracci finali e di qualche assaggio. Il patto del fico d’India prende forma.