Il candidato del centrosinistra ha preso l'aliscafo, andata e ritorno. «Parto dal porto di Messina con gli imprenditori che chiedono alla politica di collegarli all’Italia e rientro con i ragazzi che vivono e lavorano in Italia e che torneranno in Sicilia», dice prima di commentare le promesse di ieri del leader del centrodestra
Micari chiude sullo Stretto con gli imprenditori «Berlusconi mi è sembrato Cetto Laqualunque»
Ha scelto di chiudere la campagna elettorale con un viaggio di andata e ritorno in riva allo Stretto, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Siciliana Fabrizio Micari. «Vogliamo portare le nostre imprese in Europa e riportare i giovani in Sicilia», ha detto prima di imbarcarsi su un aliscafo in forza a Rfi insieme a giovani e imprenditori siciliani.
«Parto dal porto di Messina con gli imprenditori che chiedono alla politica di collegarli all’Italia e all’Europa – ha spiegato prima di salpare da Messina – e rientro con i ragazzi che vivono e lavorano in Italia e che da Villa San Giovanni torneranno in Sicilia». Micari ha sottolineato come nel suo progetto di governo «c’è la necessità di bloccare questa migrazione dei giovani. Dobbiamo far tornare i nostri giovani e di pari passo sostenere le aziende nel processo di internazionalizzazione per avere e dare più possibilità».
Un viaggio su un aliscafo che potrebbe venire meno se si realizzasse il Ponte sullo Stretto. «Quest’opera fa parte del mio programma – ha sottolineato Micari – ma sapete bene che è inserito in una strategia più ampia e complessiva. Il ponte è un pezzo di quel programma che fa della Sicilia una porta dell’Europa per i grandi commerci che vengono dall’Oriente. Arrivano nel Mediterraneo grazie al canale di Suez. E una volta arrivati, servono porti in grado di accoglierli, strade e ferrovie per trasportarli e il ponte che ne consenta il rapido passaggio nella Penisola».
Rispondendo al fatto che quella di Micari è stata una campagna elettorale dai toni sommessi, il candidato del centrosinistra ha replicato: «Abbiamo preferito usare toni propositivi per riavvicinarci alle persone. La gente si è allontanata dalla politica perché non è riuscita a dare delle risposte. Noi in questi due mesi abbiamo provato a dare risposte e soluzioni, lasciando stare gli attacchi personali e le cadute di stile. Le battute a volte sorgono spontanee – sottolinea -. Quando viene Berlusconi come un vicerè e promette di dare milioni, costruire casinò e lo stesso ponte sullo Stretto, il rischio è quello di trovarsi poi con in mano un gioiello del nulla, perché non ci sono progetti. Mi è sembrato di vedere Cetto Laqualunque».