Due giorni dopo gli scontri per la finale di Coppa Italia e il dialogo tra forze dell'ordine e ultras all'interno dello stadio, interviene Antonino Speziale, condannato dalla Cassazione per l'omicidio dell'ispettore Raciti. Lo fa affidando al padre, in un colloquio in carcere, le sue parole. «Continuo a dispiacermi per il dolore dei familiari, ma sono innocente e non smetterò mai di gridarlo al mondo intero». Il suo legale, Giuseppe Lipera, difende il capo della curva del Napoli che ha esposto la maglietta con la scritta Speziale libero. «Riteniamo non censurabile esternare un pensiero», afferma
«Mia immagine va tutelata, sono innocente» Speziale interviene dopo i fatti dell’Olimpico
«Continuo a dispiacermi per il dolore dei familiari dell’ispettore Filippo Raciti, ma sono innocente e non smetterò mai di gridarlo al mondo intero e spero che prima o poi questa verità venga acclarata». Due giorni dopo la finale di Coppa Italia, gli scontri tra tifosi napoletani e romanisti e il dialogo tra ultras partenopei e forze dell’ordine prima dell’avvio alla gara, parla dal carcere Antonino Speziale. L’ultrà del Catania condannato dalla Cassazione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Raciti nel derby contro il Palermo di sette anni fa, e recentemente anche per spaccio di droga, interviene nel dibattito affidando i suoi pensieri al padre Roberto, con cui ha avuto un colloquio nel carcere di Agrigento dove sta scontando la pena di otto anni. «Do mandato ai miei legali, gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco, affinchè la mia immagine venga tutelata non avendo mai confessato un omicidio che non ho commesso», aggiunge in riferimento alle dichiarazione del conduttore Rai Massimo Giletti che ieri ha affermato che Speziale avrebbe confessato l’omicidio. Si torna a parlare di Speziale perché il capo ultrà, che sabato sera ha interloquito con il capitano del Napoli Marek Hamsik e con le forze dell’ordine, indossava una maglietta con la scritta Speziale libero.
Un episodio che ha suscitato l’indignazione del ministro Angelino Alfano e il dolore nella vedova dell’ispettore Raciti, Maria Grasso. «E’ stato umiliante vedere ciò che è successo sabato – ha commentato – è stato il ripetersi di quanto abbiamo vissuto il 2 febbraio 2007. Lo Stato dovrebbe dimostrare la sua forza, adottando misure severe e serie, non vedendo questi soggetti che si permettono di ridicolizzare i suoi vertici, offendendo tutti, non solo me». Oggi sulla vicenda interviene anche il legale di Speziale, Giuseppe Lipera, che nei mesi scorsi ha chiesto la revisione del processo che dovrà essere valutata dalla Corte d’appello per i minori di Messina. «Il nostro assistito è innocente e come tale è da leggere la scritta Speziale libero sulla maglietta – afferma – Senza volere entrare minimamente nella polemica sorta per i fatti avvenuti all’Olimpico, riteniamo non censurabile esternare il pensiero, che hanno milioni di italiani, che Speziale sia innocente». Lipera ha quindi sottolineato che l’ultrà condannato «non ha mai confessato l’omicidio» e che «è incontrovertibilmente accertato che l’ispettore di polizia Filippo Raciti, morto in servizio, è un eroe: un servitore dello Stato che ha sacrificato la sua vita nell’adempimento del dovere, ma ciò non toglie che tutt’oggi riteniamo Antonino Speziale innocente e continueremo a fare di tutto perchè ciò emerga in un preciso provvedimento giudiziario».
In passato si sono registrati altri episodi in cui giocatori o tifosi hanno esposto messaggi in favore di Speziale. Come il caso del giocatore Pietro Arcidiacono, sottoposto a squalifica e Daspo nel novembre del 2012, poi ridotto. Adesso la sanzione potrebbe scattare anche per Gennaro Di Tommaso, il capo ultrà napoletano protagonista sabato sera all’Olimpico.