Messina, via libera alla caccia ai cinghiali Accertata tubercolosi in un animale ucciso

Ora abbattere i cinghiali è possibile anche in provincia di Messina. Soprattutto dopo l’accertamento, da parte dell’Asp, della presenza di capi affetti da tubercolosi. È il decreto 7 agosto 2015 dell’assessorato regionale all’Agricoltura, pubblicato nella Gazzetta ufficiale siciliana il 21 agosto scorso, a consentirne la caccia sui monti Peloritani, a Curcuraci, Antennammare e nell’area marina dello Stretto tra il 2 novembre e il 31 gennaio prossimi. Tutto ciò mentre, a Forte Ogliastri, ignoti, nelle ultime ore, avrebbero ucciso due esemplari adulti, entrambi femmine, e i loro cuccioli.

Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito questa mattina nel palazzo del Governo. All’ordine del giorno, la presenza diffusa di cinghiali in alcune zone del centro del capoluogo. Presente, Santi La Macchia, dirigente del servizio veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale, per «l’esame della potenziale situazione di rischio sanitario conseguente all’avvenuta diagnosi di tubercolosi bovina su una carcassa di cinghiale abbattuto durante la passata stagione venatoria». Il dirigente dell’Asp precisa che la percentuale di casi di animali affetti dalla patologia è in linea con il dato registrato a livello nazionale. Sottolinea, inoltre, l’importanza di una mirata campagna informativa rivolta sia alla popolazione, che va allertata sul rischio derivante dal consumo di carne di cinghiale cruda (come nel caso dei salumi) o poco cotta, sia ai cacciatori, «i quali devono essere opportunamente sensibilizzati sulla necessità di sottoporre a scrupoloso, preventivo controllo veterinario i capi abbattuti».

Il prefetto, Stefano Trotta, interesserà la ripartizione faunistica venatoria di Messina affinché inserisca all’interno del regolamento in corso di adozione per la prossima stagione di caccia al cinghiale, l’obbligo a carico dei cacciatori di sottoporre le carcasse a preventivi controlli sanitari. Opportune disposizioni pure alla polizia di Stato per intensificare i controlli nelle zone urbane. Incaricato, infine, l’ispettorato ripartimentale foreste di partecipare alla riunione indetta dal Comune di Messina per il prossimo mercoledì 2 settembre.

È intanto il supplemento ordinario numero 2 della Gazzetta ufficiale della regione siciliana del 21 agosto e rendere noto il decreto che autorizza la caccia nel sito Rete Natura 2000, poiché «è stata segnalata un’eccessiva presenza di cinghiali che arrecano danni alle colture agricole, alla flora e alla fauna selvatica». Sui monti Peloritani, la dorsale Curcuraci, Antennammare e nell’area marina dello Stretto, la stagione venatoria sarà consentita dal primo ottobre al 31 gennaio, solo ai residenti a Messina, Monforte San Giorgio, Rometta, Saponara e Villafranca Tirrena. La caccia al cinghiale si terrà dal 2 novembre al 31 gennaio e potrà essere condotta solo da squadre composte da non meno di sei e non più di 12 persone, con un massimo di 12 cani. Sono permesse non più di dieci squadre al giorno, un giorno la settimana. Non oltre 240 i cacciatori, che dovranno essere autorizzati dalla ripartizione faunistica venatoria. A gennaio sarà consentita esclusivamente la caccia al cinghiale per due giorni la settimana da scegliere, come nei mesi precedenti, tra il lunedì, il mercoledì e il giovedì. 

Recentemente cinghiali erano stati avvistati sulla circonvallazione di Messina, mentre a Cefalù una coppia è stata aggredita dagli animali e un uomo è morto. 


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