Tensioni e violenze a palazzo Zanca, questa mattina, con un gruppo di venditori abusivi – oltre che ambulanti – che ha fatto irruzione nella segreteria del sindaco di Messina, aggredendo una componente del suo staff. Proprio ieri, Meridionews ha raccontato le condizioni di sicurezza estremamente precarie in cui sono costretti a lavorare i dipendenti comunali, ma non solo. Nelle ultime ore, molte paure si sono concretizzate.
Sono stati diversi ambulanti della zona sud, oggi, a presentarsi davanti alla porta di Renato Accorinti, proferendo urla e minacce. Nella foga hanno anche lanciato un casco contro i giornalisti delle testate online e televisive locali che stavano filmando la scena. A fungere da deterrente non è valsa nemmeno la presenza di tre agenti di polizia municipale.
Trovando comunque l’ingresso principale sbarrato, gli abusivi sono riusciti a entrare attraverso il confinante salone delle Bandiere, lasciato improvvidamente aperto. Da qui, infatti, si può direttamente accedere alla stanza del primo cittadino. Secondo le prime ricostruzioni, a una segretaria che ha provato a neutralizzarli avrebbero tirato i capelli. E, dopo averla spintonata, l’avrebbero scaraventata a terra. Anche Accorinti – che solo poche ore fa ha confermato che il Comune deve rimanere aperto a tutti – pare sia stato spintonato.
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Infine, l’occupazione della sala Falcone – Borsellino, sede delle riunioni di giunta. La pretesa degli occupanti sarebbe quella di vendere la propria merce senza essere in regola. Nel caos più totale, tra urla e minacce, sono intervenuti gli agenti della Digos. Tuttavia, gli animi non si sono al momento del tutto placati. Il raid è stato generato dai controlli a tappeto svolti ieri dagli agenti dell’Annona. I prodotti alimentari sequestrati agli abusivi sono andati alle mense per i bisognosi. Un atto di carità che non ha attenuato l’ira degli ambulanti, presentatisi già ieri a palazzo Zanca. Trovando anche in quel caso la porta della segreteria del sindaco sbarrata, hanno cercato di forzarla con calci e manate. Il consigliere comunale Santi Zuccarello, nel tentativo di sedare la rivolta, si è visto strappare l’auricolare, venendo spinto. Minacce pure a una giornalista alla quale alla quale è stato intimato di consegnare il telefono cellulare con il quale stava riprendendo ogni cosa. A permetterle di recuperarlo è stata l’intermediazione di un altro consigliere, Angelo Burrascano. Perquisiti dalla Digos, i venditori sono stati ricevuti in sala giunta, la stessa occupata oggi, da Accorinti e dell’assessore al Commercio, Patrizia Panarello. Oggi, la replica.
Il portavoce del sindaco, Gianpiero Neri, informa che «Accorinti sta bene. Solo spintoni, mani addosso, danni all’ufficio – spiega – Forse è andata peggio alla segretaria che è stata letteralmente presa al collo e buttata in terra e a qualche vigile. Non si può pensare di andare avanti perché si è sempre fatto così. Ambulanti che vogliono fare della città e dei messinesi quello che vogliono se ne facciano una ragione, i tempi sono cambiati. Spero – conclude – che Messina reagisca a tutto questo».
L’amministrazione comunale, sin dall’anno scorso, ha avviato un percorso che consenta agli abusivi di mettersi in regola e poter liberamente lavorare. Evidentemente, l’iter non è riuscito a coinvolgere tutti i destinatari. Proprio nel 2014 si sono registrate le prime tensioni, sia a palazzo che nella zona di Provinciale dove, a seguito dei soliti controlli, si è assistito in più occasioni ad autentiche rivolte, con le cassette della frutta e degli ortaggi riversate per strada, i furgoni messi di traverso e il traffico totalmente paralizzato. Anche quando a dover passare erano delle autoambulanze.
Da quando nel giugno 2013 Accorinti è diventato sindaco, in municipio gli episodi di violenza si sono seguiti con una certa regolarità. Da ricordare le irruzioni dei lavoratori edili e dei supporter della squadra di calcio del Messina. Nel secondo caso per via dell’annuncio del progetto di ospitare i concerti di Vasco Rossi e Jovanotti al San Filippo. Lo stesso sindaco è stato strattonato e spintonato in occasione della prima grande manifestazione contro la chiusura dell’ospedale Piemonte.
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