Messina, si dimette il sovrintendente del Vittorio Emanuele Dopo polemiche sulla preparazione della stagione estiva

«Quando ti domandi “ma chi me lo fa fare?” capisci che è il momento di andare via. Nei miei confronti c’è stata un’aggressione continua. Esterna e interna». Spiega così il sovrintendente del teatro Vittorio Emanuele di Messina, Antonio Saija, la scelta di dimettersi. Lo ha fatto ieri, durante la seduta del consiglio di amministrazione convocata per discutere del futuro dell’ente. 

Più che una lettera di dimissioni vera e propria, Saija ha presentato una relazione che si conclude comunicando il proprio passo indietro. Le dimissioni saranno operative dall’1 giugno. «Sono un uomo libero e così come ho accettato in libertà, me ne vado con lo stesso spirito – sottolinea -. Del resto non ho alcun interesse politico. Non ho parenti da sistemare. Tenevo solo al teatro e alla città. Ma quando diventa un travaglio quotidiano qualsiasi questione è meglio andare via». 

Alla riunione di ieri mancavano il vicepresidente Daniele Macris e il consigliere Giovanni Moschella. Ciò ha portato alla decisione di rinviare tutto a stamattina alle 9,30. Ma anche se non sono state ancora accettate, le dimissioni del sovrintendente sono irrevocabili. «Non sono un bambino. Ho preso una decisione e intendo portarla fino in fondo», conferma Saija. All’origine della scelta ci sarebbe la pioggia di critiche sollevate dal personale, dai direttori artistici e da parte di qualche componente del consiglio di amministrazione. «Qualsiasi cambiamento veniva visto malvolentieri – spiega –. Capisco che se per vent’anni si è lavorato in un modo, è difficile cambiare tutto. Si viene criticati. Ma lascio un ente con un esercizio finanziario che chiude in avanzo. Abbiamo riportato la lirica, la prosa e fatto teatro. Quando gli sforzi vanno oltre il lecito, è tempo di andare via».

Tra le polemiche c’è anche quella che riguarda l’imminente stagione estiva da effettuare nell’arena di Furnari. Pensata dal sovrintendente come un’appendice all’attività del Vittorio, avrebbe comportato al teatro una spesa di circa 600mila euro per allargare la capienza dei posti dagli attuali 3mila a 4mila. Nei programmi di Saija questa operazione avrebbe portato nelle casse dell’ente di via Garibaldi un milione e centomila euro. Ma in seno al consiglio di amministrazione non sono mancati gli attacchi e una dei consiglieri, Laura Pulejo, ha definito questa di Furnari «un’operazione rischiosa e un’offesa alla città». 

Lo stesso Saija aveva fatto presente come «a fronte di un utile del solo 15 per cento questa operazione avrebbe comportato un rischio del 48 per cento». Dieci gli spettacoli in cartellone, ma nessuno prodotto dall’Ente. Mentre diversi i concerti previsti, tra i quali quelli di Gigi D’Alessio, Albano e Subsonica che avrebbero fatto spendere all’ente più dello scorso anno. Ma questa sarebbe stata solo l’ultima causa a spingere Saija a dimettersi. 

Nei mesi scorsi si sono registrate, infatti, altre polemiche che hanno riguardato l’attività di Saija su più fonti, da quello del personale a quello con gli artisti. I sindacati hanno fortemente criticato, per esempio, i corsi di aggiornamento da far tenere al personale. Mentre un altra bega ha riguardato i rapporti tra il teatro e il maestro coreografo Micha Van Hoecke, sotto contratto con il Vittorio per trentamila euro. Anche se il coreografo non è ancora venuto in Sicilia quest’anno perché la mancanza di fondi ha di fatto portato allo smantellamento del suo laboratorio di balletto, che la scorsa stagione consentì invece l’allestimento degli spettacoli Come Un souvenir e Phisis.


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Antonio Saija ha informato il cda della propria scelta ieri pomeriggio. Anche se la riunione è stata rinviata a stamani, la decisione è «irrevocabile». All'origine dell'abbandono, le diverse frizioni avute con il personale del teatro e con i consiglieri. «Ma lascio con un esercizio finanziario in positivo», sottolinea

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