Ha gridato disperata mentre il suo compagno la picchiava, salendo anche con le ginocchia sul grembo, dove stava crescendo il loro bambino. È successo mercoledì scorso a Castell’Umberto, in provincia di Messina, e le grida della 37enne neozelandese sono state udite dai proprietari dell’ostello dove la donna stava soggiornando con il compagno.
La violenza del 24enne originario del paesino collinare del Messinese è stata fermata dall’intervento della polizia, allertata dall’ambasciata neozelandese a Roma. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, la coppia avrebbe vissuto in quell’ostello già da qualche mese. L’aggressione dello scorso mercoledì sera sarebbe solo l’ultima di una lunga serie.
In quella occasione, il giovane oltre a picchiare la donna, l’avrebbe morsa e avrebbe messo a rischio anche la vita del bimbo che portava in grembo. La 37enne, riuscita a mettersi al sicuro a casa dei proprietario della struttura ricettiva, avrebbe recuperato la scheda sim dal cellulare che il compagno le avrebbe distrutto per impedirle di chiedere aiuto.
La prima chiamata della donna sarebbe stata quella alla madre in Nuova Zelanda. Sarebbe poi stata quest’ultima ad avvisare l’ambasciata neozelandese a Roma. Da qui l’intervento della polizia del commissariato di Capo d’Orlando che, grazie anche al supporto del centro antiviolenza Pink Project, ha portato la 37enne in un luogo protetto per impedire che il ragazzo possa rintracciarla. Per l’ex compagno è scattata, al momento, solo una denuncia per maltrattamenti.
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