Gli allarmi sono stati lanciati da tempo. Ogni volta che piove con un po’ più di insistenza la collina del torrente Trapani a Messina, dove sorgono numerosi complessi residenziali, perde pezzi. Anche stamattina, dopo alcune ore di pioggia battente e un violenta grandinata, un piccolo torrentello ha preso il posto di quello che doveva essere una canale di scolo, portando a valle fango e terra. La rete di scorrimento delle acque bianche, a monte del complesso edilizio realizzato qualche anno fa, non è mai stata completata. E chi abita in quei palazzi teme per la propria incolumità visto il dissesto idrogeologico della collina.
A chiedere immediati interventi è stato anche il consiglio della quarta circoscrizione. Il dipartimento di protezione civile comunale su sollecitazione del quartiere ha affidato all’ingegnere Nicola Rustica il compito di effettuare un sopralluogo. Lo scorso 26 ottobre la relazione tecnica è stata consegnata alla protezione civile comunale e ha sciolto ogni riserva sulla reale pericolosità che corrono i residenti. «Un intero versante collinare del fronte alto del Torrente Trapani, una zona popolata da centinaia di famiglie, è a rischio di frane gravissime e di colate detritiche che possono compromettere la stabilità e la sicurezza dei cittadini». Rustica non ha dubbi sulle cause. «Insufficienti e mediocri opere di canalizzazione e contenimento delle acque da parte della ditta che ha realizzato alcuni corpi residenziali proprio sulla cima delle vicine colline – si legge nella relazione -. Opere necessarie e pregiudiziali rispetto alla stessa realizzazione edilizia sono state eseguite con mediocrità e oggi sono inutilizzabili, sfasciate e non assolvono alla funzione di regimentazione delle acque».
All’indomani della presentazione dello studio tecnico il presidente della circoscrizione, Francesco Palano Quero, ha sollecitato l’amministrazione comunale. «Le opere di messa in sicurezza temporanea non sono in alcun modo rinviabili. La relazione tecnica è stata inviata anche al genio civile che ieri mattina ha inviato sul posto l’ingegnere Rosario Celi – spiega Quero -. Entro due o tre giorni saranno individuate le modalità tecniche dell’intervento per mettere in sicurezza l’area regimentando le acque nel tratto finale dove è avvenuta la frana, attraverso la somma urgenza, rivalendosi solo successivamente sui legittimi proprietari».
Il passo successivo da compiere, probabilmente il più complicato, «deve essere il completamento della rete di scolo delle acque bianche a monte, per la realizzazione della quale serviranno ingenti risorse e la cui competenza è a totale carico de La residenza immobiliare srl, la ditta costruttrice originaria. «La speranza è che sia ancora possibile accedere alle garanzie fidejussorie per gli oneri concessori, che assicurerebbero in tempi brevi le somme necessarie. Diversamente – conclude – dovranno essere valutate tutte le strade alternative per far valere l’interesse dell’ente e della collettività».
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