Messina, la rissa agli imbarcaderi tra ultras locali e baresi Cinque persone arrestate, lanci di bombe carta e fumogeni

Ci sono gli scontri tra tifosi agli imbarcaderi privati di Messina della società Caronte&Tourist al centro dei provvedimenti emessi oggi dalla procura peloritana nei confronti di cinque ultras baresi identificati grazie alle indagini condotte dai poliziotti della Digos. Due in particolare gli episodi contestati ai cinque tifosi. Si tratta della rissa verificatasi il 21 ottobre scorso quando un piccolo gruppo di tifosi del Messina, appena sbarcato e proveniente da una trasferta a Torre del Greco, è stato aggredito dai tifosi baresi, in attesa di imbarcarsi alla volta di villa San Giovanni, di rientro dalla partita di calcio disputatasi a Marsala

Guerriglia urbana sedata dei poliziotti presenti sul posto. Le due tifoserie si sono lanciate a vicenda fumogeni e bombe carta. Gli agenti in quell’occasione fecero risalire tifosi del Bari sul pullman e allontanarono quelli messinesi evitando ulteriori danni. La Digos di Messina in collaborazione con quella di Bari ha poi emesso dieci denunce piede libero. Il secondo episodio, il 4 novembre 2018, vede nuovamente i tifosi del Bari di rientro da Acireale in attesa di imbarcarsi, scendere dai mezzi e avvicinarsi all’auto degli utenti incolonnati in sosta in cerca di ultras messinesi. Alla vista dei poliziotti, la reazione violenta dei supporter baresi si scatena con il lancio di corpi contundenti, fumogeni e bombe carta che causavano lesioni lievi a tre poliziotti. Anche in quel caso l’intervento degli agenti ha evitato che la situazione peggiorasse. Sette le persone segnalate al termine dell’intervento.

Due spiacevoli episodi che niente hanno a che vedere con le partite giocate negli stadi. Questo non è calcio è infatti il nome scelto per l’operazione che ha visto notificare oggi cinque ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per i baresi Roberto Conese 33 anni, Cristiano Ladisi 36 anni, Nicola Sibillini, 25 anni, Vitangelo Spizzico, 35 anni e Marco Atzori, 26 anni originario di Genova. Quest’ultimo è stato portato in carcere perché durante la perquisizione domiciliare i poliziotti della Digos hanno trovato un chilogrammo di hashish, un bilancino di precisione, una pistola giocattolo, tre proiettili di cui due da guerra e un tubo telescopico utilizzato per offendere. Le accuse contestate a vario titolo sono interruzione di un servizio di pubblica utilità, danneggiamento aggravato, lancio e possesso di materiale pericoloso ed oggetti contundenti, lesioni personali, e mancato ottemperamento al Daspo.


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