Messina, irruzione in Comune multe alla mano Consiglieri: «Le porte aperte valgono solo per noi»

Consiglieri comunali assediati da estranei durante una seduta tecnica della seconda e sesta commissione. A denunciare la cosa, chiedendo che venga garantita l’incolumità dei componenti del civico consesso, è la capogruppo del Nuovo centrodestra, Daniela Faranda, in una nota, avente a oggetto «Gestione sicurezza sedute consiliari e riunioni», rivolta al sindaco, Renato Accorinti, alla presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, e, per conoscenza, al prefetto, Stefano Trotta, e al questore di Messina, Giuseppe Cucchiara.

Faranda riporta solo in queste ore quanto accaduto lo scorso 17 aprile, durante la riunione convocata per le 17 dai presidenti della seconda e sesta commissione consiliare per l’istituzione di un tavolo tecnico, alla presenza del primo cittadino, degli assessori ai Servizi sociali e alla Viabilità, dei referenti dell’Asp di Messina, della polizia municipale e dei rappresentanti delle associazioni che rappresentano i disabili. Tema del tavolo tecnico, la soluzione delle problematiche legate ai parcheggi e ai pass per i portatori di handicap.

«Durante la lunga riunione si era già sentito un certo clima di tensione, dovuto alle diversità di opinione tra consiglieri sul metodo da seguire per arrivare ad una soluzione condivisa – spiega l’esponente del Ncd – intorno alle 19 e 50 ha fatto irruzione in aula un gruppo di persone a me sconosciute, e uno di essi, con una multa in mano, inveiva contro i presenti urlando e mostrando il verbale. Le parole ed i toni erano accesi e ovviamente rivolti a tutti gli amministratori e i consiglieri presenti».

Secondo la ricostruzione della capogruppo, «a intervenire per cercare di calmarlo e, con l’aiuto di altre persone, accompagnarlo fuori, nel trambusto generale e nella incredulità dei presenti, è stato l’unico agente di polizia municipale che partecipava alla riunione».

«Alla luce di quanto accaduto venerdì scorso – prosegue – e considerato che episodi simili si ripetono periodicamente ogni volta che viene votato o discusso in aula un documento o un provvedimento, (così come avvenuto per le occupazioni di immobili pubblici, l’isola pedonale Cairoli, la destinazione dei fondi Tasi, l’emergenza abitativa, il regolamento Cosap) e che più volte noi consiglieri siamo stati oggetto di invettive, quasi ai limiti dello scontro fisico, sia in aula che nei corridoi, la nostra serenità viene meno. Infatti, in un clima di malcontento generale e di caccia alle streghe queste irruzioni sono sempre più frequenti e minano la libertà di esercizio del mandato elettivo».

Da qui la richiesta di ripristinare alcuni minimi accorgimenti esistenti prima dell’elezione dell’attuale sindaco: «Accorinti al suo insediamento ha deciso di rimuovere i tornelli posti all’ingresso di palazzo Zanca, sostenendo la tesi che il municipio è “la casa dei cittadini”; idea condivisibile per alcuni versi ma che non tiene conto delle esigenze di sicurezza di tutti noi. Infatti segnalo che il sindaco, dopo alcuni mesi dal proprio insediamento e dopo varie proteste che si sono spinte fino alla sua stanza, ha messo in atto gli accorgimenti del caso, porte chiuse, uscieri e scorta con agenti di polizia municipale, curandosi delle proprie esigenze di sicurezza ma trascurando quelle degli altri organi dell’ente e in particolare dei consiglieri comunali che, per quanto sopra evidenziato, sono quotidianamente esposti alle minacce verbali e fisiche di chiunque».

Ai destinatari della nota, Faranda chiede pertanto che si adottino gli opportuni provvedimenti «estendendo le norme di sicurezza già adottate dal primo cittadino anche ai consiglieri comunali in occasione alle sedute consiliari o di commissione, onde garantire un sereno esercizio delle attività consiliari».


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Durante una riunione sul tema dei pass per i portatori di handicap, un gruppo di persone è entrato a palazzo Zanca inveendo contro i presenti. Si è rischiato lo scontro fisico. «Il sindaco aveva fatto togliere i tornelli,ma  dopo varie proteste è tornata la scorta alla sua stanza, mentre noi siamo esposti a quotidiane minacce», denuncia Daniela Faranda, del Ncd

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