Nuove perquisizioni e altri indagati nell’entourage di Matteo Messina Denaro per ricostruire la rete dei suoi fiancheggiatori. La procura di Palermo ha disposto perquisizioni in quattro abitazioni: innanzitutto quella dell’insegnante Laura Bonafede, la cugina di Emanuele Bonafede (che ieri è stato arrestato per favoreggiamento insieme alla moglie Lorena Lanceri, che Matteo Messina Denaro chiamava Diletta) […]
Messina Denaro, indagati altri fiancheggiatori tra cui la maestra figlia del boss Bonafede
Nuove perquisizioni e altri indagati nell’entourage di Matteo Messina Denaro per ricostruire la rete dei suoi fiancheggiatori. La procura di Palermo ha disposto perquisizioni in quattro abitazioni: innanzitutto quella dell’insegnante Laura Bonafede, la cugina di Emanuele Bonafede (che ieri è stato arrestato per favoreggiamento insieme alla moglie Lorena Lanceri, che Matteo Messina Denaro chiamava Diletta) che è figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede. Stando a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini, la maestra avrebbe incontrato l’ormai ex superlatitante anche fino a due giorni prima della cattura avvenuta il 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo. Tra l’ex prima rossa di Cosa nostra e la docente Bonafede è stata ricostruita anche una fitta corrispondenza di lettere. Altre case perquisite sono quelle dell’imprenditore agricolo Gaspare Ottaviano Accardi, della moglie Dorotea Alfano e di Leonarda Indelicato. Le loro abitazioni sono state perquisite dai carabinieri a disposizione dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo. Anche loro sarebbero indagati per favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena.
Sono già finiti in cella Giovanni Luppino, l’autista che ha accompagnato il boss alla clinica palermitana nel giorno del blitz; Andrea Bonafede, il geometra che gli ha prestato l’identità; l’altro Andrea Bonafede, il cugino del primo, che avrebbe fatto avere a Messina Denaro le prescrizioni mediche necessarie per le sue cure e Alfonso Tumbarello, il medico che ha prescritto farmaci e analisi al padrino trapanese. Sono accusati a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Dalle indagini emerge che Messina Denaro è stato costantemente supportato da più persone durante la latitanza.