Dopo la scossa di terremoto di stamattina, i messinesi hanno dovuto fare i conti con un altro sisma. Quello che si è registrato alle 9 quando il sindaco Cateno De Luca ha pubblicato su Facebook la lettera della sue dimissioni. Una missiva indirizzata al segretario generale, al presidente del consiglio comunale e «alla comunità messinese», con cui in poche righe comunica la sua decisione di lasciare la fascia tricolore. Al presidente del consiglio comunale chiede «la convocazione di un’apposita seduta, preferibilmente per sabato 6 ottobre, con preghiera di inserire all’ordine del giorno l’esame della relazione di inizio mandato del sindaco; misure indifferibili a salvaguardia degli equilibri economico-finanziari del Comune e delle partecipate; e le dimissioni del sindaco.
La data fissata per le dimissioni è l’8 ottobre e si tratta di una decisione che sarebbe figlia anche di quanto successo ieri in consiglio comunale. In discussione c’erano diversi argomenti all’ordine del giorno: dall’approvazione delle graduatorie per assegnare alcuni alloggi ai fini di risanamento, alla modifica del regolamento del consiglio comunale. Quando il primo argomento è stato rinviato al prossimo mercoledì, De Luca è andato via dall’aula per continuare con gli accertamenti finanziari che saranno inseriti nella relazione di inizio mandato. Ma l’aula si è impantanata in una discussione sulla possibilità di restare in aula e votare i 50 emendamenti alla modifica di regolamento del civico consesso. Alla fine, senza discutere la delibera, il consiglio ha rimandato la trattazione a mercoledì. Una scelta che ha incupito De Luca.
In un video postato sempre sulla sua pagina Facebook alle 22.30, il sindaco ha spiegato che non vuole un consiglio comunale dalla sua parte ma «semplicemente in sintonia con i principi che ho posto: certezza nei tempi e sui procedimenti, perché ci saranno almeno una ventina di delibere da affrontare subito e tutte concatenate». È consapevole che il consiglio può legittimamente, sotto il profilo regolamentare, paralizzare l’attività di un’amministrazione. «Ma io questo non me lo posso permettere: né io, né la città. Quindi, sulle nostre iniziative regole chiare. Quelli che voglio siano intrapresi sono profili che responsabilizzano il consiglio su un fattore che in questo palazzo non è mai stato preso nella giusta considerazione: il tempo. Che è fondamentale per quello che vogliamo fare nella città».
Ma il consiglio comunale di ieri non è certamente l’unico motivo del nuovo ultimatum di De Luca. In questi giorni il primo cittadino ha ultimato con la giunta il riaccertamento dei fondi di palazzo Zanca e i conti del Comune pare siano in rosso molto più di quanto si aspettasse. In più è guerra aperta con i sindacati dei dipendenti comunali, dopo la delibera con cui dà nuove funzioni al personale della polizia municipale, aumentando il numero dei vigili urbani in strada, e le scelte sulla società dei trasporti Atm, che verranno illustrate oggi.
Domenica 30, a piazza Municipio, De Luca aveva dato appuntamento ai messinesi per la presentazione della relazione di inizio mandato, che adesso potrebbe essere di fine mandato. Il condizionale è d’obbligo: le dimissioni non sono al momento definitive. Chi gli è vicino parla di una decisione maturata per il clima di ostruzionismo che in questi giorni si è inasprito. E ricorda quanto successo dopo il primo annuncio di un passo indietro, da cui De Luca è uscito rafforzato sia nel braccio di forza con consiglio comunale che agli occhi dei cittadini.
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