Due studenti per salvare l'animale, si sono rivolti anche alla protezione civile, a un ente privato e alla Facoltà di Veterinaria. Per il mammifero, però, non c'è stato nulla da fare. Cinque consiglieri, intanto, scrivono alla Regione: «L'amministrazione Accorinti non risolve l'emergenza». Guarda le foto
Messina, cucciolo di cinghiale vicino a scooter Muore dopo mancato soccorso dei vigili urbani
«Ho trovato un cucciolo di cinghiale accanto al mio scooter». Ormai a Messina può succedere anche questo. Da quando nove mesi fa è stato lanciato l’allarme sulla presenza di intere colonie di questi animali, il loro numero è cresciuto a dismisura. A tal punto che chi è solito portar a spasso i cani, nelle zone della circonvallazione può imbattersi con intere famiglie di artiodattili.
A trovare il cucciolo sono stati la scorsa settimana due studenti di Economia Aziendale. Francesco Bertè e Marco Noto, entrambi 20enni. Avevano appena finito di studiare insieme quando sono scesi nel cortile della palazzina dove abita uno dei due a San Licandro, un rione della zona Nord di Messina, proprio a ridosso della circonvallazione. «Ci siamo subito accorti della presenza del cinghiale, abbiamo preso dei guanti e abbiamo provato a spostarlo. Purtroppo però non riusciva a muoversi, avrà avuto due giorni».
I due non sapevano cosa fare così hanno pensato di portare il cucciolo a ridosso della zona verde dove di solito vedono pascolare i cinghiali nella speranza che la madre lo riprendesse con sé. «Abbiamo aspettato un po’, ma quando ci siamo resi conto che non accadeva nulla abbiamo chiamato la Protezione Civile». Tuttavia la risposta che hanno ottenuto non li ha aiutati. «Ci hanno detto che non facevano recupero cinghiali – spiegano i due studenti –. Così ci siamo messi a cercare su internet e abbiamo trovato un ente privato che gestisce un parco sui colli San Rizzo». Anche in questo caso, però, non è stata trovata una soluzione. «Anche loro ci hanno detto di non sapere cosa fare». Stessa risposta ricevuta dai vigili urbani. « Il cucciolo non camminava e tremava – proseguono – e a quel punto era chiaro che non stava bene. Non abbiamo idea da quanto tempo fosse solo. E nemmeno come sia riuscito ad arrivare sotto il cortile di casa. Forse era stato abbandonato, forse lo aveva preso qualche gatto». In ultimo disperato tentativo i due ragazzi lo hanno portato alla Facoltà di Veterinaria sperando che riuscissero ad alimentarlo. Ma purtroppo tutto anche questo è stato inutile, e il cucciolo è morto.
Cinque consiglieri comunali, intanto, hanno scritto all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, definendosi «stanchi dell’inerzia dell’amministrazione Accorinti». «È assurdo che, dopo nove mesi di interrogazioni e consigli comunali, l’amministrazione comunale mantenga in piedi un’ordinanza inutile e mai applicata, che ha garantito l’esclusiva sopravvivenza di animali che – si legge nel documento – con le patologie già riscontrate nel 30 per cento del campione esaminato dall’Asp (tubercolosi), mettono seriamente a rischio la salute dei cittadini». È per questo, quindi, che il vicepresidente del consiglio comunale, Nino Interdonato, insieme al pari-ruolo Nicola Crisafi e ai consiglieri Pietro Adamo, Rita La Paglia e Francesco Pagano chiedono alla Regione di intervenire prendendo a modello la legge regionale, approvato l’anno scorso, che ha già visto attuazione nel Comune di Lipari, in particolare a Vulcano per la risoluzione immediata della stessa problematica.