La polizia ha eseguito 17 arresti nel quartiere della zona Sud. A comandare sarebbero stati Francesco e Michele Arena, padre e figlio. Ai loro ordini una squadra molto ben organizzata. Guarda il video
Messina, blitz antidroga nel fortino di Valle degli Angeli Marijuana e hashish dalla Calabria inondavano la città
Il gruppo criminale sgominato oggi a Messina dalla polizia di Stato aveva la propria base a Valle degli Angeli in Vico Fede. Qui abitavano Francesco e Michele Arena, 37 e 58 anni, padre e figlio. Secondo i magistrati della Dda di Messina e gli investigatori della squadra mobile, che hanno condotto le indagini, erano loro i promotori e direttori dell’associazione. Avrebbero dato le direttive ai vari consociati e mantenuto i contatti con i fornitori di droga, acquistando le partite di marijuana e hashish che poi spacciavano direttamente o utilizzando dei pusher del gruppo.
Gli Arena abitavano in un dedalo di strade a Valle degli Angeli, quartiere della zona sud della città. E Vico Fede, dove si trova la loro casa era un vero e proprio fortino. Da qui prende il nome l’operazione che ha portato all’arresto di 17 persone accusate a vario titolo di far parte di un’associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi e munizioni, e ha permesso di scoprire l’esistenza di un altro gruppo dedito ai furti di ciclomotori ed altro. Oltre a Francesco e Michele Arena, il provvedimento cautelare ha raggiunto Antonio Bonanno, 36 anni, Bartolo Bucè, 68 anni, Filippo Cannavò, 36 anni, Ugo Carbone, 42 anni, Giovanni Cortese, 43 anni, Paolo Mercurio, 25 anni, Angelo Marabello, 51 anni, Mario Orlando, 38 anni, Pietro Raffa, 39 anni, Paolo Francesco Musolino, 32 anni, accusati d far parte dell’associazione.
E poi ancora in manette, ma non accusati di associazione a delinquere, sono finiti Santoro Rosaci, 33 anni, Francesco Russo, 35 anni, Gaetano Russo, 36 anni, Lorenzo Angelone, 29 anni, e Luigi Siracusa, 54 anni. Si trovavano già in carcere Francesco Arena, Cannavò, Cortese, Mercurio, Francesco e Gaetano Russo. «Durante quest’indagine – ha detto la procuratrice aggiunta Rosa Raffa – abbiamo scoperto come esista una pax interna tra clan affinché nessuno si pesti i piedi. Ecco perché ultimamente in città non si sono registrati fatti eclatanti».
Polizia e Dda sono poi riusciti a capire i ruolo che ciascuno aveva nel gruppo. Mercurio, Cortese, Carbone, Orlando e Musolino avevano il compito di coadiuvare gli Arena nella gestione dell’attività del gruppo. In particolare Mercurio e Carbone si occupavano del rifornimento di droga mentre Carbone, Musolino e Orlando piazzavano sul mercato la sostanza stupefacente. Cannavò e Bonanno si rifornivano di droga dagli Arena e la spacciavano verosimilmente a Giostra, loro quartiere. Raffa e Bucè fornivano supporto agli Arena, mentre Mirabello procurava gli aspiranti acquirenti, partecipando alla contrattazione del prezzo da proporre e alle modalità di approvvigionamento della sostanza.
Gran parte dello stupefacente arrivava dalla Calabria. Il 25 gennaio 2016 la polizia ha sequestrato quasi un chilo di hashish e 30mila euro in contanti a Anghelone e Rosaci, entrambi calabresi, mentre cedevano la droga agli Arena. La procura ha poi scoperto che Francesco Arena insieme a Paolo Mercurio e Francesco Russo facevano parte di un’altra associazione a delinquere, questa volta finalizzata alla consumazione di furti di ciclomotori.