«Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte e si colmino i granai, fonte di vita». Renato Accorinti, sindaco di Messina, ha rilanciato l’appello del presidente della Repubblica Sandro Pertini intervenendo nel corso della giornata dell’unità nazionale e delle forze armate. Un discorso molto forte, nel quale il primo cittadino pacifista – con indosso la maglietta Free Tibet e mostrando una bandiera della pace – ha chiesto la diminuzione dei fondi destinati al ministero della Difesa. Una richiesta che, complice il tono pacifista dell’intero discorso, ha fatto indispettire i vertici dei carabinieri, con il comandante interregionale Ugo Zottin e quello provinciale Stefano Spagnol che hanno abbandonato pubblicamente la cerimonia.
Citando i dati sui finanziamenti agli armamenti (oltre 20 miliardi di euro la spesa prevista per il prossimo biennio) e quelli Istat sullo stato di avanzamento della povertà nel Paese, Renato Accorinti ha centrato il suo intervento sulla situazione nell’isola. «In questo drammatico quadro nazionale la Sicilia diventa emblema di questa progressiva campagna di militarizzazione italiana – ha affermato il sindaco messinese – La nostra isola rischia di diventare una portaerei del Mediterraneo: una base dalla quale fare partire strumenti di morte e controllare con tecnologie satellitari (Muos) i Paesi stranieri». Spazio anche per la cronaca più immediata, con gli sbarchi che per tutta l’estate e dall’inizio dell’autunno continuano a succedersi. «Anche l’arrivo dei flussi migratori è vissuto come un problema di ordine pubblico da affrontare con le forze armate, da circoscrivere in ghetti, lontani dagli sguardi della popolazione italiana, dove non sempre sono garantiti diritti e giustizia», ha sostenuto Accorinti.
«Questa Amministrazione dice sì al disarmo – ha proseguito il primo cittadino – Questa amministrazione, fedele alla Costituzione Italiana, dichiara il proprio no a tutte le guerre e difende il diritto di emigrare, ribadendo il massimo impegno nella ricerca di soluzioni di accoglienza idonee per i fratelli migranti giunti di recente a Messina». Una presa di posizione forte che ha però spaccato l’opinione pubblica. Da una parte quanti sostengono l’inopportunità di un appello del genere nella giornata che celebra anche la fine della Prima guerra mondiale e le vittime dei conflitti, e chi concorda con quanto affermato dall’attivista eletto pochi mesi fa. Così la bacheca Facebook di Accorinti, dove ha rilanciato il discorso, e i social network sono diventati un luogo virtuale nel quale le opinioni dei due schieramenti si confrontano. «Qualcuno potrebbe spiegare ad Accorinti che è sindaco di Messina e non un manifestante anarchico?! Rispetto per le Forze Armate», scrive Alessandro su Twitter. Un intervento dello stesso tono è quello di Sebastiano: «Caro sindaco Accorinti, sarebbe il caso che non si facesse confusione tra un Comune ed un centro sociale!». Marta, invece, sostiene il primo cittadino: «Il gesto di Accorinti e il suo discorso sono da applauso!». E su Facebook qualcuno invoca più sindaci come quello messinese per tutti i Comuni d’Italia. Luciano, rispondendo alle critiche sull’abbigliamento per niente formale dell’amministratore, porta la riflessione sugli effetti dei conflitti: «È maleducato nascondere l’orrore della guerra sotto una pomposa patina di gloria. Non c’è gloria nella guerra. Grazie Sindaco».
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