La violenza tra giovanissimi dilaga a Messina. L’ultimo episodio si è verificato ieri a villa Dante, la più grande della città: una rissa di cui sono state protagoniste tre ragazzine. Con tanto di spettatori coetanei che si sono limitati a guardare e riprendere la scena con i cellulari. Immagini – diventate virali in poco tempo […]
Messina, allarme violenza tra giovanissimi: risse e sassi contro i bus. Ma per il Comune «non è fuori controllo»
La violenza tra giovanissimi dilaga a Messina. L’ultimo episodio si è verificato ieri a villa Dante, la più grande della città: una rissa di cui sono state protagoniste tre ragazzine. Con tanto di spettatori coetanei che si sono limitati a guardare e riprendere la scena con i cellulari. Immagini – diventate virali in poco tempo tra le chat di gruppo e sui social network – in cui si vedono prima due adolescenti intente a tirarsi i lunghi capelli biondi a vicenda e a darsi schiaffi e pugni, poi l’intervento di una terza giovane con violenti calci sferrati a una coetanea già per terra. Un caso su cui gli inquirenti stanno già indagando per ricostruire la dinamica dell’aggressione e per verificare se alla base del gesto possa esserci stata anche una delle challenge tanto di moda sui social tra gli adolescenti.
Il video è stato segnalato alle forze dell’ordine dai consiglieri comunali di Prima l’Italia Amalia Centofanti e del Gruppo Misto Cosimo Oteri. Ed è stata anche l’occasione per i due rappresentanti politici per tornare a chiedere la presenza fissa di almeno una pattuglia della polizia municipale durante gli orari di apertura del parco. Una richiesta accolta dal prefetto che ha disposto oggi «un’intensificazione della vigilanza nell’ambito del piano di controllo coordinato del territorio per i servizi di ordine e sicurezza pubblica». Quello di ieri a villa Dante, infatti, è l’ennesimo episodio di violenza tra giovanissimi a Messina.
«Già ad agosto – ricordano i due consiglieri comunali – abbiamo segnalato alla Messina Social City (la società partecipata del Comune di Messina che si occupa della gestione di Villa Dante, ndr) e alla presidente Valeria Asquini lo stato di degrado della villa dovuto all’assenza di vigilanza. Un vuoto che trasforma un importante spazio verde nel regno di vandali e teppisti». E non si è fatto attendere un comunicato congiunto dell’amministrazione comunale e di Messina Social City in cui si condanna «fermamente ogni forma di violenza. Allo stesso tempo – si legge nella nota – respingiamo con decisione le ricostruzioni di alcuni esponenti politici che dipingono la villa come un luogo fuori controllo. Negli ultimi cinque anni – sottolineano dall’amministrazione e dalla partecipata – villa Dante è stata oggetto di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana, che ha trasformato questo spazio pubblico da una zona trascurata a un vivace centro di aggregazione per la comunità».
Eppure, già all’inizio del mese di agosto il presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi aveva sollevato la questione parlando di «una situazione di crescente preoccupazione relativa alla sicurezza e alla tutela dell’ordine pubblico all’interno della villa Dante». Timori che nascevano dalla segnalazione di numerosi episodi di ragazzini in sella a motorini e bici che danneggiavano strutture e spazi verdi e anche aggressioni verbali nei confronti di quanti li riprendevano. Una preoccupazione che, però, non resta confinata all’interno della villa. È di due settimane fa l’episodio in cui alcuni ragazzi hanno preso di mira un bus elettrico dell’azienda trasporti di Messina diretto al capolinea villa Dante. Un sasso scagliato contro il mezzo ha mandato in frantumi il vetro laterale dell’autobus. Nessun ferito, ma solo perché in quel momento a bordo del mezzo non c’erano passeggeri, tutti scesi poco prima all’ultima fermata.
L’episodio più grave di violenza tra giovanissimi a Messina è stato il regolamento di conti tra ragazzi di luglio scorso, quando un 21enne è rimasto a terra dopo essere stato ferito da una coltellata. Il responsabile – appena maggiorenne – è stato condannato in abbreviato a sei anni e due mesi di reclusione per tentato omicidio. Altri due ragazzi e la stessa vittima hanno chiesto di usufruire dell’istituto della messa alla prova. Una richiesta che, però, non è stata ancora accolta ma sarà affrontata nel corso della prossima udienza del processo.