I magistrati della procura di Catania sono i primi, in Italia, a volerci vedere chiaro sul caos dovuto alla paura di contagio da meningococco. Dopo la denuncia dell'associazione dei consumatori, il tribunale etneo ha aperto un fascicolo conoscitivo. «Si sono favorite aziende farmaceutiche?», domanda l'avvocato Carmelo Sardella
Meningite, avviata un’indagine per procurato allarme Codacons: «Psicosi ingiustificata e grossi interessi»
La procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo conoscitivo sull’allarme meningite scoppiato nelle ultime settimane in Italia, sulla base dell’esposto presentato dal Codacons lo scorso 14 gennaio in diverse procure del territorio nazionale. I reati ipotizzati dai legali dell’associazione dei consumatori sono procurato allarme e abuso di atti d’ufficio, e quelli etnei sono i primi magistrati a volerci vedere chiaro. Anche all’ombra dell’Etna, infatti, come ha raccontato MeridioNews, si è diffuso il timore di contrarre il virus, e nel capoluogo etneo, nei quattro ambulatori dell’Azienda sanitaria provinciale che distribuiscono il vaccino per il meningococco, si sono verificate lunghe file e, quando si sono esaurite le scorte, anche qualche caso di agitazione tra i cittadini.
A livello locale, a occuparsi della denuncia è stato l’avvocato Carmelo Sardella – dirigente dell’ufficio legale Codacons-Sicilia – che ha spiegato quali sono le conseguenze di un caos vaccini che non sarebbe supportato da dati oggettivi. Secondo il legale, i casi di meningite registrati non sarebbero in aumento, ma restano in linea con i dati degli ultimi anni. «La psicosi meningite è del tutto ingiustificata – afferma Sardella – e ha comportato spese a carico dei cittadini per decine di milioni di euro, oltre a palesi rischi e discriminazioni tra utenti a seconda della zona di residenza». L’avvocato sottolinea che «ci sono forti interessi in gioco» e che l’allarme vaccini «ha fatto più che raddoppiare il numero delle dosi fornite alle Asl sul territorio nazionale, facendo registrare un aumento del 130 per cento nel mese di dicembre».
La procura di Catania ha chiesto alla polizia giudiziaria di acquisire la documentazione relativa agli articoli menzionati nella denuncia e apparsi sui media, stampa e siti web e lo stesso legale conferma che sono state consegnate le pen drive contenenti gli articoli citati, le interviste ai medici specializzati e i comunicati di enti e istituzioni. «Non so se la stampa, con lo spazio dato dai mass media ai casi di meningite riscontrati nell’ultimo anno, abbia contribuito a diffondere la psicosi tra i cittadini – commenta Sardella -, ma di certo hanno delle responsabilità le istituzioni, in primis il ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità, che non hanno provveduto a smentire in modo tempestivo le informazioni che non avevano alcun fondamento».
L’associazione dei consumatori ha quindi chiesto alle autorità di accertare se vi siano soggetti responsabili della propagazione di questo «allarme infondato – continua Sardella -. Vogliamo sapere chi ha scatenato questa corsa ai vaccini e chi ha contribuito a diffondere informazioni errate e soprattutto se l’inerzia dei soggetti pubblici e privati possa aver favorito eventuali interessi speculativi volti ad avvantaggiare le aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini».