Megaservice di Trapani, il Movimento 5 Stelle all’Ars chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta

IL M5S DENUNCIA L’ALLEGRA GESTIONE DELLA SOCIETA’, SOTTRATTA AI CONTROLLI E POI LIQUIDATA.

Una commissione di inchiesta parlamentare sulla gestione della Megaservice Spa, società partecipata al cento per cento dalla Provincia regionale di Trapani e posta in liquidazione nel febbraio del 2013.

A chiederla il gruppo parlamentare all’Assemblea regionale siciliana del Movimento 5 Stelle con un’interpellanza.
Nell’atto ispettivo, indirizzato al presidente della regione, Rosario Crocetta, e all’assessore alle Autonomie locali ed alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, i grillini chiedono che si affrontino “a tutto tondo” gli aspetti della vicenda che ha portato alla chiusura della società per comprendere se non vi siano stati dolo o colpa grave nella gestione e nel controllo che è venuto a mancare.

“Auspichiamo che possano trovarsi le soluzioni più idonee in favore della salvaguardia occupazionale dei lavoratori della società – riferisce il parlamentare grillino Sergio Tancredi, primo firmatario dell’Interpellanza – anche attraverso nuove e alternative vie di diversificazione lavorativa, nel rispetto della dignità dei dipendenti”.

Mentre scriviamo giunge in redazione la notizia che il giudice del Lavoro presso il Tribunale di Trapani avrebbe apposto stamattina la firma ai fascicoli dei lavoratori bloccati da mesi. Questo potrebbe significare che i legali dei dipendenti della Megaservice potrebbero istruirle per insinuarsi nel pignoramento. Atto che successivamente dovrà passare al vaglio del giudice per le esecuzioni, il quale porcederà a redigerne il provvedimento con ulteriore firma.

Dalla notizia appresa, emerge una strana accelerazione da parte del Palazzo di giustizia del capoluogo trapanese. Che si sia alzato troppo polverone su una grottesca situazione? E’ pur vero che i lavoratori non hanno ancora l’esecutività, un passo importante però è stato fatto.

Pubblichiamo di seguito il testo dell’Interpellanza parlamentare.

XVI LEGISLATURA ARS

INTERPELLANZA

N. 0000 – Chiarimenti riguardo la situazione della Megaservice Spa, società a totale partecipazione pubblica della provincia regionale di Trapani.

DESTINATARI:

Al Presidente della Regione; all’Assessore regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica;

PREMESSO CHE:

La legge sulla Spending review, varata dal governo Monti, prevede che tutte le partecipate dovranno essere liquidate entro il 31 dicembre o vendute a privati entro giugno. In caso di vendita il servizio svolto sarà affidato alla società privata acquirente per cinque anni a partire dal 1 gennaio 2014. A meno che non si dimostri che sia più conveniente mantenerle in vita per gli enti locali da cui dipendono perché i servizi che svolgono avrebbero un maggior costo se affidati a società private;

CONSIDERATO CHE:

le scelte attuate dall’ultimo presidente della Provincia regionale di Trapani e della sua giunta di esternalizzare i lavori edili ed i servizi di pulizia sottraendo le risorse alla Megaservice e la lentissima gestione delle procedure per l’accesso al sostegno al reddito da parte dei sindacati hanno creato disperazione nei lavoratori della stessa azienda;
e che a Trapani l’azione legale esecutiva avviata dai sessantasei lavoratori per l’ottenimento delle retribuzioni arretrate maturate e non riscosse sono bloccate presso la Cancelleria del Tribunale di Trapani da mesi; oggetto già di concordato preventivo sottoscritto all’Ufficio provinciale del Lavoro di Trapani, per velocizzarne l’iter alla presenza dei Commissari liquidatori della società, dei lavoratori e della Commissione provinciale del Lavoro, i fascicoli riguardanti i decreti ingiuntivi, sono rimasti per mesi sulla scrivania del Giudice del lavoro del Tribunale di Trapani, in attesa di un suo visto per essere successivamente trasferite al Giudice per le esecuzioni; una vicenda questa, che è scandalosa non solo per il ritardo non più giustificabile da parte degli uffici giudiziari, ma anche e soprattutto per la leggerezza con la quale sembrerebbe essere stata gestita la vertenza da parte delle Istituzioni presenti sul territorio.
A cominciare dal Commissario straordinario, Darco Pellos, che ha mostrato scarsa attenzione sull’intera faccenda, come nel caso del ruolo delle parti sociali incapaci di fronteggiare la complessità della vertenza, lo stesso intervento del Prefetto di Trapani, che pur si è impegnato per stimolare la soluzione della vicenda, non ha prodotto il risultato, tale mancanza di tempestività ha di fatto esautorato le residue disponibilità economiche di circa ottantamila euro, destinate dalla Provincia regionale di Trapani nei confronti dei crediti, con l’attuale situazione venutasi a creare che porterà molti fornitori al recupero dei propri crediti, i dipendenti della Megaservice, creditori di una complessiva somma che si aggirerebbe intorno ai centocinquanta mila euro, resteranno, quasi certamente, senza la possibilità di riscossione dei propri decreti ingiuntivi nei confronti del soggetto debitore;

dall’esame della vicenda che ha portato alla liquidazione della società interamente a capitale pubblico, la cosa più grave che emerge è la totale evasione del Controllo Analogo, condizione che ha condotto per mano la società alla liquidazione. Chi doveva controllare il bilancio della società non lo ha fatto oppure ha chiuso gli occhi. E mentre la Megaservice Spa chiudeva i bilanci in rosso per via dei minori trasferimenti di commesse e risorse, la Provincia esternalizzava lavori e servizi, destinabili “in house providing”, portando al collasso economico-finanziario la società; la ricostruzione dei fatti che attiene alla vertenza della Megaservice Spa è la riprova della gestione clientelare e affaristica della “cosa pubblica”;

un approfondimento è d’obbligo per meglio comprendere i fatti perché dietro la liquidazione della società si potrebbero trovare scelte incomprensibili; infatti la riduzione delle commesse in house alla Megaservice e l’aumento delle risorse affidate in appalto pubblico porterebbero a tale giudizio, l’esternalizzazione delle attività svolte dalla società ha collassato il bilancio societario, pregiudicando le prospettive lavorative ed il mantenimento dei livelli occupazionali;

una scelta politica pesante, quella assunta dalla giunta provinciale e dal presidente dell’epoca, che ha sottratto ossigeno alla Megaservice per destinarla alla chiusura. Difatti, rispetto ad un fabbisogno annuo di circa due milioni e 600 mila euro per coprire il costo del personale, la Provincia, da un certo momento in poi, ha cominciato a ridurre i trasferimenti, destinando commesse solamente per circa due milioni e 100 mila euro;

CONSIDERATO CHE:

i trasferimenti ridotti hanno prodotto dopo pochi anni un’ovvia voragine nel bilancio, portando la perdita a circa quatto milioni di euro, situazione esplosiva appesantita da procedimenti esecutivi a danno della società e dei lavoratori da parte dei fornitori;
che il fatto più allarmante è stato quello dell’affidamento a ditte e società esterne dei lavori che la Megaservice spa avrebbe potuto evadere con le maestranze e le professionalità in possesso;
alla luce di tutto ciò, ci si chiede perché questo cambio di marcia, quali ragioni hanno spinto la Provincia a svuotare di risorse finanziarie la Megaservice;

interrogativi legittimi ai quali crediamo che qualcuno dovrebbe fornire adeguate e sostanziali risposte; anche i sindacati, nel tempo, hanno denunciato il processo di esternalizzazione senza una programmazione che destinasse lavori e risorse al personale della Megaservice, che sta portando ad una vera emergenza sociale a carico dei 66 lavoratori;

PER CONOSCERE:

se non ritengano opportuno intervenire istituendo una commissione di inchiesta che valuti e prenda in considerazione tutti gli aspetti di questa vicenda per comprendere se non vi siano stati dolo o colpa grave nella gestione e nel controllo di tale società partecipata;
auspichiamo che possano trovarsi le soluzioni più idonee in favore della salvaguardia occupazionale dei lavoratori della società, anche attraverso nuove e alternative vie di diversificazione lavorativa, nel rispetto della dignità lavorativa dei dipendenti.

(27 Gennaio 2014)

FIRMATARI

TANCREDI SERGIO (M5S)

CIANCIO GIANNINA

CAPPELLO FRANCESCO

CANCELLERI GIOVANNI CARLO

PALMERI VALENTINA

ZAFARANA VALENTINA

CIACCIO GIORGIO

MANGIACAVALLO MATTEO

FERRERI VANESSA

SALVATORE SIRAGUSA

FOTI ANGELA

TRIZZINO GIAMPIERO

ZITO STEFANO

LA ROCCA CLAUDIA

 

 

 


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