Meccanico delle bici, ingegnere e professionista in mtb La storia di Peppe tra tanta gavetta e un sogno tricolore

Significato dell’aggettivo poliedrico? Per scoprirlo basterebbe chiedere informazioni alla Torpado Factory Team. Rispondere a questa domanda è semplice per la compagine veneziana avendo ingaggiato il ciclista etneo Giuseppe Pellegrino. Ingegnere civile, titolare di un’impresa edile e meccanico con un negozio di bici a Nicolosi. Trentaduenne di Catania, residente a San Pietro Clarenza, Peppe è un professionista della mountain bike con la quale sta per scrivere un nuovo capitolo del suo ‘libro’ dedicato alla passione per le due ruote. E dopo l’esperienza di due anni alla Berria, team spagnolo con cui era in scadenza di contratto, ecco la firma con la Torpado. Con l’obiettivo di guardare avanti tenendo sempre alta l’asticella delle ambizioni: «Questo matrimonio con il team veneziano è il frutto di tanta gavetta e molti anni trascorsi in bicicletta in maniera seria – racconta a MeridioNews – si è interrotto il rapporto professionale con la Berria, con la quale avevo un contratto che coinvolgeva pure il settore marketing in qualità di promotore del loro marchio (targato Cicli Esperia, ndr) sul territorio e distributore di tipo commerciale, e ho accettato la proposta del team manager Sandro Lazzarin. ‘Ci piacerebbe averti con noi’ – mi ha confidato – e ho detto sì».

La presenza in bacheca di tre argenti ai tricolori Master e oltre dieci titoli regionali tra corse a cronometro e altre specialità non ha saziato Pellegrino. Che ha ancora tanta fame di successi e di soddisfazioni. L’appetito è iniziato nel 2013, anno in cui dopo avere concluso l’esperienza vissuta sui campi prima di calcio a undici (nel Misterbianco, ruolo difensore centrale) e poi di calcio a cinque, allargando i suoi orizzonti sportivi ha scoperto di avere un feeling speciale con la mountain bike: «Un giorno – racconta – correvo con una persona. Dato che voleva fare il furbetto con una bici più strutturata della mia lo sfidai e rimase sorpreso dal fatto che ero riuscito a superarlo con una bicicletta amatoriale. Fu il preludio al mio incontro con Vito Lombardo, specialista della mountain bike, il quale si accorse che andavo bene pur dovendo affinare ancora la tecnica. E da lì iniziò di fatto il mio percorso». 

Scandito dall’amore per la corsa e contemporaneamente da tanti sacrifici per portare avanti l’attività: «Per fare il professionista su strada occorrono 6-7 ore al giorno di allenamenti. Allenandomi invece sei volte a settimana con una media di 3-4 ore giornaliere, con la mountain bike riesco a conciliare i tempi con il lavoro e anche a recuperare. Un altro aspetto fondamentale. Con la mtb – prosegue – ho trovato la mia dimensione. Nel ciclismo su strada c’è comunque una squadra con cui devi interfacciarti mentre nel mio caso corri e fai tutto da solo. Ed è quello che cercavo anche perché mi permette di isolarmi dal mondo e dal caos e di staccare dalla routine quotidiana».

Routine che fa rima anche con riparazione di bici, abilità grazie alla quale ha investito nel mondo del lavoro partendo da semplici interventi effettuati in occasione di alcuni raduni e che gli ha permesso, contestualmente, di avere dei contatti con diversi big del ciclismo come ad esempio Mario Cipollini conosciuto l’anno scorso in uno stage alle Canarie. Ingegnere, meccanico, negoziante ma anche sognatore. Sempre, però, con i piedi per terra: «Il tricolore tra i miei obiettivi? Sarebbe bello – ammette Peppe che l’anno scorso a Imola ha partecipato al campionato italiano strada – ma so che rispetto a me, che sono un asino da lavoro, molti miei colleghi allo stato attuale vanno più forte. In merito ai prossimi appuntamenti, certamente sarò presente a marzo a Orvieto per una Marathon di 50 chilometri».


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