Pacchi di caramelle che, in tre occasioni, sarebbero passati dalle tasche dell’imprenditore Sebastiano Grillo a quelle del funzionario della Protezione civile regionale Luigi De Luca. Il contenuto però non avrebbe avuto niente a che fare con zucchero, coloranti e aromi. Dentro gli involucri da scartare, secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza di […]
Mazzette alla Protezione civile. Gli incontri negli uffici: «Quest’anno non ho mangiato il panettone»
Pacchi di caramelle che, in tre occasioni, sarebbero passati dalle tasche dell’imprenditore Sebastiano Grillo a quelle del funzionario della Protezione civile regionale Luigi De Luca. Il contenuto però non avrebbe avuto niente a che fare con zucchero, coloranti e aromi. Dentro gli involucri da scartare, secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza di Palermo, c’erano mazzette. Soldi – il cui ammontare non è stato quantificato – che Grillo avrebbe elargito al funzionario pubblico finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. De Luca, secondo i magistrati della procura di Palermo, si sarebbe adoperato in ogni modo per velocizzare le procedure di liquidazione di alcune fatture per dei lavori eseguiti dall’imprenditore nel territorio di Campofranco, in provincia di Caltanissetta, e a Novara di Sicilia, in provincia di Messina.
Il primo passaggio di caramelle viene immortalato dalle forze dell’ordine il 16 giugno 2021 all’interno dell’ufficio del funzionario. De Luca si sarebbe adoperato con una collega degli uffici di Ragusa per chiedere informazioni sulla pratica di un «carissimo amico». «Entro domani me lo farà avere», spiegava il funzionario rassicurando l’imprenditore e riferendosi al mandato per la liquidazione dei lavori. Prima dei saluti Grillo avrebbe fatto «presente la necessità di lavorare, ovvero di aggiudicarsi l’appalto di altri lavori», ricostruiscono gli inquirenti nell’ordinanza di custodia cautelare. «Io devo presentarle una persona», spiegava il funzionario. «Se lei mi farà fare il lavoro il comportamento sarà molto diverso», replicava l’altro indagato. Alla fine la situazione del mandato di pagamento si sarebbe sbloccata a fine luglio nonostante un problema della ditta – la Nuova Tecnopolis – relativo alla mancanza di una fideiussione.
Per il secondo incontro De Luca-Grillo bisogna aspettare invece il 25 agosto 2021. Quel giorno, sempre negli uffici regionali, l’imprenditore avrebbe gettato un pacco di caramelle sulla scrivania del funzionario. Soldi che, stando alla ricostruzione dei magistrati, servivano per velocizzare l’emanazione del decreto di liquidazione di altri lavori. «Ci penso io, ci penso io», era l’ennesima rassicurazione del funzionario intercettata dalle microspie dei militari. Rimasto da solo De Luca avrebbe scartato il pacchetto estraendo alcune banconote che poi si sarebbe messo in tasca. Gesto immortalato dalle telecamere anche alla fine del primo incontro tra i due indagati. Il copione finale sembra sempre lo stesso e ogni ostacolo sarebbe stato superato. «Nei giorni successivi – si legge nelle carte dell’inchiesta – mediante l’interessamento di De Luca pervenivano entrambi i documenti mancanti».
Nei faldoni dell’indagine quello tra il funzionario e Grillo non è però l’unico rapporto finito sotto la lente d’ingrandimento. I finanzieri, grazie alle chat di Whatsapp nel telefono di De Luca, hanno ricostruito i rapporti tra lo stesso e altri imprenditori che orbitano nel mondo degli appalti pubblici legati alla Protezione civile. Alcuni impresari – finiti nei guai nell’ambito di altre inchieste – chiedevano di non essere «abbandonati» da De Luca, sostenendo di essere «nelle sue mani». «Vedo che posso fare, lo sai che mi impegno come posso», spiegava il funzionario con «tono confidenziale», evidenziano gli inquirenti. Presunti interessamenti a cui seguivano frasi come «vengo a prendermi un caffè» o «ci vediamo presto» e «vengo ad abbracciarti». Tra le chat sequestrate a De Luca ce ne sono alcune con Nunzio Adesini, imprenditore gelese non indagato in questo procedimento ma che lo scorso anno è stato arrestato per le mazzette al capo del Genio civile di Catania, Natale Zuccarello, e che davanti al tribunale etneo ha patteggiato una condanna. I rapporti confidenziali tra De Luca e i titolari delle imprese sarebbero stati molteplici. Tra questi c’è anche Roberto Priolo. Anche lui, allo stato non indagato in questo procedimento, nel 2019 finì nell’inchiesta sulle tangenti in Anas a Catania. Con lui, lo scorso Natale, De Luca si lamentava: «Quest’anno non ho potuto brindare e mangiare il panettone. L’insalata scondita senza olio, nonostante tutto buon pranzo». La risposta dell’imprenditore non si faceva attendere: «Se non ci penso io a te, non ci pensa nessuno».