Il provvedimento per equivalente riguarda quattro conti correnti ed è riferito all'anno d'imposta 2015. L'azienda aveva ottenuto una dilazione in 72 rate ma soltanto due sarebbero state quelle pagate. A eseguire la misura i militari dopo l'ok del giudice per le indagini preliminari
Maxi sequestro della finanza alla società dei rifiuti Dusty Non versate all’erario ritenute per oltre 2 milioni di euro
Un pagamento spezzatino in 72 rate delle quali ne risulterebbero saldate appena due per una cifra di circa 59mila euro. Briciole rispetto alla cifra totale di due milioni e 300mila euro. Questi gli accertamenti dell’Agenzia delle entrate di Catania sulla Dusty, la società che si occupa dell’appalto dei rifiuti nel capoluogo etneo.
Ad attivarsi, dopo i controlli automatizzati realizzati dall’ente di riscossione, sono stati i militari della guardia di finanza su delega della procura. Oggi le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a un provvedimento finalizzato al sequestro per equivalente della cifra che non sarebbe stata corrisposta all’erario. L’accusa per Dusty è quella di avere omesso il versamento di ritenute certificate e dovute.
Dai controlli, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le irregolarità sono riferibili all’anno d’imposta 2015 e nello specifico ritenute operate e certificate nei confronti dei lavoratori dipendenti. Il termine ultimo per il versamento dei soldi era quello del 15 settembre 2016, ma la Dusty avrebbe chiesto e ottenuto una dilazione in 72 rate, di cui due quelle saldate. La misura riguarda quattro conti correnti bancari riferibili alla società amministrata dall’imprenditrice Maria Rosa Pezzino Geronimo.
Dopo che la notizia del sequestro è stata resa nota la Dusty, attraverso il proprio ufficio stampa, ha inoltrato una nota di replica dell’amministratrice per cercare di chiarire i contorni della vicenda. Evidenziando come l’impresa sia stata «costretta a non versare le ritenute». «Dusty vanta un credito per servizi di igiene urbana, regolarmente prestati, pari a circa 50 milioni di euro. È risaputo – prosegue la nota – che dal 2013 la società abbia combattuto in ogni tipo di tribunale per fare certificare nella piattaforma Mef, i crediti maturati. Per Dusty solo nel 2019 è stato possibile avvalersi dello strumento della compensazione dei crediti maturati nei confronti degli Ato (ammontanti a circa 30 milioni di euro) con i propri debiti nei confronti dell’erario. Dusty avrebbe voluto utilizzare anche con riguardo ai versamenti a base del provvedimento del gip di Catania. Senonché, l’istituto della compensazione è previsto dal legislatore non per i debiti correnti ma unicamente per le somme risultanti da cartelle esattoriali. Dusty è stata quindi costretta a presentare istanza di rateizzazione. Trasmetteremo agli inquirenti tutta la documentazione a supporto della buona fede dell’impresa. Confido come sempre nel trionfo della giustizia».