“Lo strano percorso di ognuno di noi per quanto è complicato e imprevedibile, per quanto in un secondo tutto può cambiare e niente resta com’è”: questo è il ritornello della canzone “Lo strano percorso” con cui Max Pezzali ha aperto il concerto di mercoledì al Palasport di Acireale e queste sono le frasi del tormentone estivo che fanno parte del modo di raccontare la realtà del cantante pavese. Max Pezzali, infatti, riesce a raccontare la realtà vista e vissuta dai ragazzi di oggi, senza aggiungere particolari astratti o eterei.
Il cantante italiano accantona definitivamente il marchio 883 con questo concerto, lasciandolo come uno svincolo ormai sorpassato nella copertina dell’ultimo cd “Il mondo insieme a te”, e mettendolo a margine della locandina del Tour 2004/05.
La strada per arrivare all’affermazione personale è stata tortuosa ma ricche di successi: il primo, clamoroso, è “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” del ’92, per passare a “Nord sud ovest est” del ’93, ultimo cd nato dalla collaborazione con Mauro Repetto, adesso dedicatosi al cinema, per arrivare al ’96, anno di rivoluzione, in cui gli 883 prendono la connotazione di band con l’uscita di “La dura legge del gol”.
Il concerto si snoda in uno scenario di circa mille spettatori, ma la scenografia sul palco è essenziale: poche immagini dell’ultimo successo, accompagnate da immagini di strumenti musicali realizzate con un tocco di fantasia.
I pezzi tratti dall’ultimo cd sono riprodotti fedelmente: “Lo strano percorso”, “Il mondo insieme a te”, “Siamo io e te”, “Essenziale” e vengono alternati con i meno recenti “Come mai”, “Io ci sarò”, “Hanno ucciso l’uomo ragno”, riarrangiati e perfezionati.
Da notare un bellissimo medley che raccoglie “Nord sud ovest est”, “Tieni il tempo” e “Rotta x casa di Dio” e mette in luce i virtuosismi del chitarrista Marco Guarnerio. Certamente da attenzionare sono anche i passaggi di tastiera, realizzati con suoni elettronici, e i meravigliosi giri di basso, mai banali.
Ogni pezzo viene, inoltre, presentato dalle battute del beniamino lombardo, che riesce ad essere simpatico, con la gioia di chi vuole davvero essere se stesso.
Il pubblico di tutti gli affezionati fan raccoglie persone di tutte le età: dal ragazzetto delle scuole medie all’universitario intellettuale, fino al padre di famiglia, in un anacronistico incontro. Ma una cosa li accomuna: ogni singolo spettatore conosce il titolo di tutte le canzoni, a dispetto di chi pensa che il pop sia solo parte integrante dell’adolescenza degli anni 2000.
Il concerto si conclude con l’evergreen “Un giorno così”, forse una malinconica presa di coscienza che il vecchio sound, che li ha abbandonati con l’uscita del cd “Grazie mille”, era migliore, o forse parte integrante dell’immagine degli 883 nel cuore della stragrande maggioranza dei fans.
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