Ospite d’eccezione per Villa Zito. Ad inaugurare i mille metri quadri di sale espositive, disposte su tre piani stamani è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La villa, che riapre le porte alla città dopo i lavori di ristrutturazione costati 5 milioni di euro, si trasforma in una grande pinacoteca. Sarà possibile ammirare tremila opere, tra le quali dipinti realizzati dai primi del Seicento al Novecento. Un viaggio tra capolavori dell’arte in cui il capo dello Stato è stato accompagnato, tra gli altri, dal governatore siciliano, Rosario Crocetta, dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, dal sindaco Leoluca Orlando, e dal presidente della Fondazione Lauro Chiazzese per l’arte e la cultura, Giovanni Puglisi.
Una “visita” durata poco più di due ore, al termine delle quali il capo dello Stato ha lasciato il palazzo in via Libertà, salutato da una piccola folla di passanti. Ma prima di fare rientro nella sua abitazione ha scoperto una targa in marmo, sistemata all’ingresso della villa in ricordo dell’inaugurazione. «Costruita intorno alla prima metà del Settecento nell’antica contrada delle ‘Terre rosse’, rimaneggiata in stile neoclassico ai primi del Novecento dall’ultimo proprietario, da cui prende il nome, Villa Zito diviene nel 1926 sede del Banco di Sicilia. Nel 2005 viene acquistata dalla Fondazione Sicilia, presieduta da Giovanni Puglisi, che ne dispone, nel 2013, la destinazione a spazio espositivo di opere d’arte. Restituita alla fruizione il 20 giugno 2015 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella».
Durante la cerimonia blindata a fare gli onori di casa sono stati Crocetta, Ardizzone e il sindaco. A Puglisi, invece, è toccato ripercorrere le tappe che hanno portato alla riapertura della villa. «Un inestimabile patrimonio tornerà ad essere fruibile. I locali da 50 anni non erano stati oggetto di manutenzione, i lavori portati a termine rendono alla città uno spazio moderno e funzionale, facilmente accessibile anche ai disabili. Le opere in mostra, veri capolavori, in molti casi non erano mai stati esposti. Potremmo definirle “il tesoro ritrovato“».
«Con la riapertura di questa bellissima villa si apre una stagione di cultura e arte a Palermo» aveva spiegato nei giorni scorsi Puglisi. In totale sono oltre 1.600 le opere pittoriche presenti all’interno della struttura, anche se quelle esposte sono solo 310, 1.194 le opere grafiche, 127 le sculture e diverse maioliche. Una mole di reperti che consentirebbe di realizzare «due Uffizi in tutti le parti del mondo».
«I beni culturali storici, archeologici e monumentali della Sicilia sono i veri giacimenti di una ricchezza diffusa e presente in modo consistente in tutta l’Isola – ha detto durante il suo intervento di saluto il governatore -. Poche Regioni al mondo possiedono tale patrimonio costituito da beni materiali e immateriali, che testimoniano la grandezza della storia dell’Isola. In Sicilia esistono le testimonianze diffuse delle grandi civiltà che hanno caratterizzato la storia delle nazioni del Mediterraneo e dei suoi popoli».
Una storia di cui i siciliani sono «fieri» ha detto Crocetta e che rappresenta «un argine forte contro ogni tentativo di sgretolare la coesione sociale e il dialogo tra i popoli». Perché, secondo il presidente della Regione proprio la storia della Sicilia fa della Regione e dei siciliani «il popolo del dialogo e dell’accoglienza, di fronte a un mondo che sembra mettere in discussione, in nome degli egoismi, i tratti fondativi delle civiltà mediterranee ed europee».
Ma la visita del capo dello Stato a Palermo, o per meglio dire il suo ritorno a casa, è stata per il governatore l’occasione per lanciare un sos sulla «strutturale carenza di collegamenti» e sull’alto «costo dei trasporti, che rendono non competitive le nostre merci e i paradisi di bellezza naturalistica, storica e artistica della Regione. A ciò si aggiungono gap infrastrutturali interni che rallentano lo sviluppo».
Per Ardizzone, l’inaugurazione di oggi aggiunge «un ulteriore tassello di quel segmento culturale che, nell’ultimo periodo, ha posto la nostra Isola all’attenzione del grande pubblico internazionale». Secondo il presidente dell’Ars, infatti, la cultura è «un catalizzatore e attrae turisti e curiosi da ogni dove, segno che investire in questo settore è certamente produttivo per l’economia della Sicilia». Di più. «La rinascita della Sicilia non può non trovare nella storia e nella bellezza la sua naturale affermazione».
«La città di Palermo ha conosciuto e conosce il significato di una riapertura, che è sempre ritorno al passato, conferma del presente, premessa per il futuro – ha detto il sindaco Orlando -. Dall’odierna cerimonia giunge, inoltre, più di un monito a tutti noi. Giunge il monito che, i talora pur necessari, processi di razionalizzazione e accorpamento di realtà e, in questo caso, di Istituti bancari, non devono mortificare radici e identità, ma devono, al contrario, essere occasione per valorizzare specialità e tradizioni culturali e artistiche».
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