La litografia si chiama House in the lava near Nunziata e racconta la devastazione del 1928. La fotografa e documentarista Maria Aloisi, assieme alla crew di Etna walk, ha ricostruito la storia, ritrovando i ruderi di quella villa. Guarda foto e video
Mascali, la casa immortalata da Escher e ritrovata A novant’anni dall’eruzione che ha cambiato l’Etna
Ritratta dal celebre
Maurits Cornelis Escher, l’artista dell’impossibile e dei paradossi, House in the lava near Nunziata è una litografia che raffigura una grande villa completamente circondata dalla lava, nel piccolo borgo di Nunziata, frazione di Mascali, piccolo paese alle pendici dell’Etna. Quest’opera, insieme a tante altre, è stata esposta al Palazzo della Cultura a Catania lo scorso anno, in occasione di una mostra che ha svelato, per la prima volta al pubblico siciliano, l’estro e le oniriche visioni dell’artista olandese. Fu tra il 1928 e il 1936 che Escher si recò per lunghi soggiorni in Sicilia, affascinato dai paesaggi selvaggi e incuriosito dalla notizia della distruzione che la colata dell’Etna aveva seminato nel territorio di Mascali, nel novembre del 1928. La stessa curiosità che ha spinto la fotografa, grafica e documentarista Maria Aloisi a indagare su quella litografia mascalese, dando una svolta alla storia di una villa diventata famosa nel mondo e, fino a questo momento, ritenuta perduta per sempre.
House in the lava near Nunziata rappresenta una testimonianza e un simbolo di quella che, sull’Etna, sarà ricordata come una delle eruzioni più devastanti degli ultimi secoli: interi campi coltivati completamente bruciati, abitazioni inghiottite dalla lava, popolazioni costrette a scappare e a lasciare in fretta le proprie case, comunicazioni ferroviarie e stradali interrotte e buona parte dei territori di Mascali e Nunziata sepolti in soli sei giorni. «Dopo avere visto la litografia alla mostra mi sono attivata per cercare informazioni sulla casa nella lava – spiega Maria a MeridioNews – Ero affascinata da quest’opera e mi sono domandata se qualcuno avesse mai cercato i resti della villa o se invece era tutto perduto per sempre; grazie a un post su Facebook e a un’amica in comune, sono riuscita a rintracciare Francesca Failla, ultima erede della famiglia proprietaria della casa».
L’incontro di Maria con Francesca, tra i lucidi ricordi della signora e le
fotografie ingiallite conservate gelosamente nei cassetti, si rivela inaspettatamente prezioso: «Sono andata a trovare Francesca convinta di fare una semplice chiacchierata e invece sono tornata a casa con in mano una splendida storia da raccontare», continua Aloisi che, poco dopo, decide di dare vita a un documentario per raccontare la storia di questa ricca famiglia caduta in disgrazia dopo l’eruzione, ma anche la storia di una tragedia che ha segnato le sorti di un intero paese. «Escher ha dato un’altra vita a Palazzo Barabini, è così che si chiama la casa nella lava, dal nome della mia famiglia», racconta la signora Francesca Failla. «Vedendo la litografia ho avuto una grande emozione al pensiero dei miei nonni e di mia madre che abitavano proprio lì e di come poi le sorti della mia famiglia furono segnate dall’eruzione: agli splendori subentrarono gli stenti e mia nonna fu costretta ad appellarsi alla clemenza di Mussolini, chiedendo dei contributi che altrimenti non sarebbero arrivati, dato che mio nonno era dichiaratamente antifascista», continua Francesca.
«Non sono mai voluta andare a vedere un’eruzione dell’Etna: per la mia famiglia era un tabù», conclude l’ultima erede dei Barabini. Negli ultimi mesi, durante la preparazione del documentario, Maria Aloisi, insieme a
Giuseppe Distefano e Marco Restivo, documentaristi e fondatori di Etna walk e My Etna map, hanno effettuato diverse ricerche e sopralluoghi per tentare di individuare i resti della casa della famiglia Barabini, nonostante tutte le voci e le notizie lasciassero pensare che della villa non ci fosse più alcuna traccia. «Abbiamo confrontato mappe antiche dell’Ufficio tecnico del Comune di Mascali, del catasto, fotografie dell’epoca, abbiamo consultato l’archivio dell’Istituto Luce e le preziose immagini dell’Eth di Zurigo e ci siamo fatti raccontare i ricordi di bambini degli ultimi anziani del paese. La difficoltà principale è stato muoversi in un territorio complesso, ampiamente martoriato dall’edilizia selvaggia e dall’abusivismo», spiega Maria.
Quando tutto sembrava perduto, l’aiuto decisivo per il ritrovamento della casa arriva
grazie a una palma raffigurata in un’antica mappa che i tre documentaristi trovano presso l’Ufficio tecnico del Comune di Mascali. Quella palma era la stessa ritratta da Escher nella litografia di House in the lava near Nunziata e, prima della catastrofica eruzione, fungeva come una sorta di faro per le persone che ogni giorno si recavano a lavorare presso gli agrumeti e i frutteti della proprietà dei Barabini. «Un ringraziamento particolare va al signor Zappalà, uno degli ultimi testimoni viventi dell’eruzione 1928, incontrato per caso mentre eravamo in centro a Mascali; un prezioso aiuto ci è stato dato inoltre da Leonardo Vaccaro dell’Associazione Mascali 1928 e dall’architetto Alessandro Cavallaro», conclude Maria Aloisi. Il documentario La Casa nella Lava sarà visibile i primi di novembre a Mascali, nell’ambito degli appuntamenti dedicati al 90esimo anniversario dell’eruzione.