La Procura di Siracusa ha notificato cinque avvisi di garanzia per estorsione. I titolari del locale Baywatch avrebbero minacciato e danneggiato l'attività La Pagoda, il cui titolare aveva chiesto una nuova concessione e il cambio di destinazione d'uso di una parte della struttura. «Ci fermeremo solo quando andrai via»
Marzamemi, progetta di ampliare il suo ristorante Bomba carta e intimidazioni da parte dei concorrenti
Una serie di atti intimidatori fino al lancio di una bomba carta sul tetto del ristorante. Secondo la Procura di Siracusa ad aver danneggiato per un anno il locale La Pagoda, a Marzamemi, sono stati i diretti concorrenti, cioè i titolari del Baywatch. Motivo per cui cinque persone hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e sono accusate di estorsione in concorso e, per uno di loro, anche di detenzione di illecita bomba carta. Si tratta di Teodoro Bisonte, 70 anni, e il figlio Nicola Bisonte, 28 anni, gestori del Baywatch e, secondo gli investigatori, istigatori delle intimidazioni; Alin Sebastian Moise, 20enne rumeno, come esecutore materiale; Giuseppe Lorefice, 54 anni, e Corrado Novello, 47 anni, che avrebbero partecipato al raid. Tutti e cinque residenti a Pachino.
Le indagini – svolte dal commissariato di polizia di Pachino e coordinate dal sostituto procuratore Palmieri – hanno in particolare fatto luce sull’episodio del 21 marzo del 2016. Quella notte, la struttura in legno dell’esercizio commerciale La Pagoda, in piazza Starrabba a Marzamemi, di proprietà di Salvatore Muccio, è stata danneggiata gravemente: una bomba carta provocò la rottura di diverse tegole, creando un buco nel tetto. Pochi giorni prima era stata danneggiata la porta retrostante dell’attività. Le indagini hanno accertato che si trattava solo degli ultimi due episodi di una lunga serie che andava avanti da circa un anno.
Il motivo delle intimidazioni sarebbe riconducibile alla volontà di Muccio, titolare de La Pagoda, di ampliare la sua attività, per questo aveva chiesto sia le autorizzazioni per allargare l’area a lui concessa, sia il cambio di destinazione per i locali di sgombero che avrebbe vouto trasformare in cucina. Un’iniziativa che sarebbe andata contro gli interessi dei Bisonte. Precedentemente Muccio sarebbe stato minacciato con frasi come: «Ci fermeremo solo quando lei andrà via, smonterà tutto e prenderemo noi l’area demaniale».