Marsala, tra le cave di tufo il successo del melograno Giovani produttori, trend in crescita e buoni guadagni

Presente da millenni sul territorio siciliano, il melograno vanta un rapporto ancestrale e profondo con l’isola e i suoi abitanti. Le sue origini sono legate al mito della dea Kore, rapita dal dio degli inferi e obbligata a cibarsi di semi di melograno. Su questo frutto, noto per le sue numerose virtù benefiche, ha scommesso un gruppo di cinque imprenditori agricoli marsalesi, convinti delle sue enormi potenzialità. Nel 2014 nasce Kore, dal nome della divinità, il primo consorzio siciliano del melograno.

Scopo della cooperativa è fornire assistenza tecnica ai consorziati nella conduzione di impianti, coltivazione, trasformazione e commercializzazione. «Il raccolto – spiega Maurizio Abate, presidente del consorzio – viene centralizzato nel nostro magazzino di Marsala, sede operativa e legale, confezionato e distribuito sul mercato. Attualmente, il consorzio riunisce 52 soci produttori con 122 ettari di impianti dislocati su tutta la Sicilia». Una sfida che si è dimostrata vincente e non solo perché a distanza di tre anni, il frutto ha già conquistato i mercati nazionali ed europei, ma anche per l’arrivo delle prime gratificazioni: migliore start up agricola giovanile a Expo 2015 e vincitrice del premio Best in Sicily dedicato alle eccellenze locali.

L’utilizzo di sistemi avanzati, il segreto di una tecnica innovativa di allevamento, potatura e irrigazione, appresa dallo stesso Abate in Israele e adattata al territorio siciliano, e le favorevoli condizioni del suolo e del clima dell’isola fanno il resto. Due le specie trattate: ako e wonderful. La prima, più precoce, viene raccolta e venduta tra settembre e i primi di ottobre, mentre la seconda, da metà d’ottobre fino a inizi novembre.

L’israeliana wonderful è la varietà più ricercata per colorazione, dolcezza e proprietà organolettiche. «Prima che importassimo da Israele il materiale vegetativo della wondeful in Sicilia – spiega Abate – il melograno esisteva da secoli. Ma i frutti locali hanno una pezzatura medio-piccola e spesso il seme contenuto all’interno è legnoso. Al contrario la wonderful può contare su arilli consistenti e pezzatura medio-grande che si presta meglio allo stoccaggio». Una varietà migliorata per decenni attraverso la selezione clonale e adattabile a molti tipi di terreno. «Da questo punto di vista – sottolinea – le cave di tufo abbandonate nel Trapanese si sono rivelate la zona ideale per coltivare il frutto con buoni risultati per i produttori».

Un investimento vantaggioso con trend di produzione annuali in crescita. «Rispetto alla raccolta del 2015 che sfiorava i 1.800 quintali – dice – quest’anno è raddoppiata con i suoi 3.400 quintali. Per il 2017 – anticipa – prevediamo oltre seimila quintali e diecimila nel 2018». Canali di vendita del frutto fresco sono la grande distribuzione organizzata del centro-nord Italia e le catene di supermercati del gruppo Il centesimo presenti in Sicilia. Alcuni quantitativi, poi, vengono destinati a Francia, Svizzera e Germania. «Il prodotto di categoria prima – commenta – si vende sui mercati o nella Gdo a circa due euro al chilo con scostamenti del dieci per cento circa in funzione del calibro».

Il successo va ricercato nell’entusiasmo dei giovani soci che tornano a investire nelle campagne grazie al supporto e ai metodi ecosostenibili che il consorzio mette a disposizione. «Il melograno – conclude – consente un ritorno economico interessante in agricoltura per tanti giovani, che rappresentano oltre il 50 per cento dei nostri associati che negli ultimi anni erano scoraggiati dalla crisi del settore».


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Decine di imprenditori agricoli si sono riuniti in consorzio, decidendo di puntare sul frutto legato al mito della dea Kore. Dal 2015 al 2016 la produzione è raddoppiata, grazie anche all'introduzione di una varietà israeliana e di tecniche moderne. «Vendiamo alla grande distribuzione e all'estero a due euro al chilo»

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